Il 2 ottobre è uscito “Verranno i tempi migliori”, l’album d’esordio di Marco Vorabbi & Le dovute precauzioni. Cantautore eccentrico, dallo sguardo aguzzo e con pochi peli sulla lingua, cresciuto fra baretti e cantieri. Si diletta raccontando storie di provincia, accompagnato dalle note della sua nobile compagna a 6 corde.
Intervista a Marco Vorabbi & Le dovute precauzioni
Ciao Marco, è un piacere intervistarti. Possiamo dire che tu abbia scelto un nome d’arte decisamente insolito. Come nasce Marco Vorabbi & le dovute precauzioni?
Allora, per prima cosa tengo a precisare che il nome risale almeno ad un anno prima che il covid colpisse il globo. Lo scelsi perché mi sono attorniato di abili musicisti (Roberto Penna, Pietro Galvani, Alex Magnani ed Edoardo Vilella), e suonando con la gente tosta sono diventato un po’ come Nocerino quando giocava con Ibraimovich. L’idea iniziale era quella di giocare sulle allusioni con i contraccettivi, poi la vita ci ha aperto tante nuove strade.
E’ uscito oggi, 2 ottobre, il tuo album d’esordio: “Verranno i tempi migliori”. Una parola (o due) per invogliare i nostri lettori ad ascoltarlo?
Dopo aver finito di ascoltarlo, si sentiranno sollevati.
Ci parli della genesi del disco?
Il disco è nato sul terrazzo di casa mia, dove ho scritto quasi tutti i brani che lo compongono. L’ idea è quella di parlare di brutte situazioni e di persone rese brutte da esse, come me nel momento in cui scrivevo le canzoni; poi senza l’esperienza e la qualità de “Le dovute precauzioni”, non ci sarei mai riuscito.
Qual è la canzone a cui sei maggiormente legato?
La canzone a cui sono più legato è “10mila birre”, perché è stata scritta mentre soffrivo come un cane e mi accingevo a bere le suddette. A metà del percorso, decisi che avrei fatto il possibile per diventare un cantautore.
Se dovessi scegliere uno solo dei tuoi brani da far ascoltare al pubblico, per farlo innamorare della tua musica, quale sarebbe?
Quello in cui si rivedono.
Quali sono i progetti futuri di Marco?
Diventare meglio di così.
Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con un cocktail (o una bevanda) quale sarebbe?
Sarei la Birra con più gradi del menu.
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