I Tanto rumore per nulla sono una band eletro-pop di Pescara. Il 16 ottobre 2020 è uscito il loro debut album, #Cambioprofilo, e in quest’occasione ci siamo fatte quattro chiacchiere con la band. Andiamo a scoprire cosa si nasconde dietro ai Tanto rumore per nulla.
Tanto rumore per nulla – Intervista
Ciao ragazzi, è un piacere intervistarvi. Partiamo con la prima domanda di rito. Come mai il nome “Tanto rumore per nulla”?
L’idea di questo nome è venuta fuori per caso, la proposta è stata del batterista Marco. Molti lo associano al titolo dell’opera shakespeariana “Molto Rumore per Nulla”. In realtà non c’è mai stato un collegamento voluto con essa, il concetto alla base è molto più semplice ed immediato: a volte si cercano giri di parole e soluzioni macchinose per capire le cose o arrivare ad una meta. I percorsi sono sempre complicati ed è giusto che sia così per poter imparare dalle proprie esperienze. Ma quando finalmente si è giunti ad una conclusione, il più delle volte ci si rende conto che l’avevi avuta sotto il naso per tutto il tempo senza capirlo; che essa in fin dei conti era semplice e scontata. In quel preciso momento viene quasi spontaneo pensare tra te e te “tanto rumore per nulla!”.
Nella vostra biografia leggiamo che siete nati come band nel 2015, ma il vostro primo album è uscito solo quest’anno, dopo la pubblicazione di un Ep. Come mai avete aspettato così tanto?
Si, siamo nati nel 2015 ma in realtà per arrivare all’attuale formazione è passato molto tempo. All’inizio l’idea della band era nata come puro divertimento; solo in un secondo momento è nato il progetto di scrivere ed arrangiare inediti. Poi abbiamo lavorato e provato molto per arrivare ad un sound che ci soddisfacesse, ed una volta registrato il primo album, abbiamo aspettato pazientemente lasciando i pezzi inediti, al fine di collaborare con un’etichetta interessata al progetto e con la quale poter ulteriormente crescere ed evolverci.
Abbiamo ascoltato il vostro #Cambioprofilo ed è un disco sicuramente interessante, in cui mescolate il pop all’elettronica senza scadere nel banale. A tratti ci ricordate gli 883 mentre in altri momenti percepiamo le influenze dei Subsonica. La domanda ci viene spontanea: chi ha influenzato di più il vostro sound?
In realtà veniamo tutti da esperienze musicali e generi completamente differenti, quindi, alla base, questo ha influenzato non poco il risultato al quale siamo arrivati. Possiamo dire di non aver mai avuto delle band di riferimento ben precise che fossero comuni per tutti, ma non è mancata la volontà di sperimentare ed arrivare ad un giusto equilibrio tra le nostre influenze personali e la scena del cantautorato e del pop italiano, verso la quale abbiamo sempre volto lo sguardo. Infine le influenze di musica elettronica, sono da ricercare, non solo tra gli artisti italiani già citati, ma anche tra quelli stranieri sulla scena internazionale. Abbiamo cercato di trovare una nostra impronta distintiva, con un sound fresco, semplice e genuino, a tratti spensierato, in contrasto con le tematiche, apparentemente leggere, ma che possono avere risvolti impegnativi e letti in modo introspettivo.
Qual è il brano a cui siete più legati?
Messico sicuramente. È stato un brano sul quale abbiamo lavorato molto. Poi, durante il difficile periodo del lockdown, è stato il pezzo che più rispecchiava la nostra voglia di voler evadere ed andare in posti lontani; ci ha fatto viaggiare con la mente e ci ha ricordato l’importanza di avere una valvola di sfogo, senza la quale prima o poi si esplode. Credo che tutti in questi ultimi tempi ne abbiamo sentito il bisogno. D’altronde, chi non vorrebbe andare in Messico?!
Qual è stata la parte più difficile nella creazione del disco? La scelta della tracklist? La copertina?
Sicuramente la produzione dei brani, molto impegnativa. Abbiamo dovuto rielaborare quella che era la nostra idea di arrangiamento dei brani e, all’occorrenza, riadattare i testi con le musiche, a volte anche stravolgendoli del tutto. Ma è stato un lavoro stimolante, che ci ha messo tutti alla prova e ci ha fatto crescere ulteriormente. Grazie ai consigli del produttore Andrea Di Gianbattista siamo riusciti ad arrivare ad un ottimo risultato.
Quale canzone dei Tanto rumore per nulla consigliereste a chi ancora non vi conosce?
La risposta è sempre Messico. Il disco contiene alcuni pezzi che possono sembrare stilisticamente distanti tra di loro, questo perché abbiamo voluto sperimentare molto le diverse strade e possibilità pur mantenendo un sound omogeneo. Messico è quello che tra tutti i brani sta nel mezzo e che racchiude in sé un po’ tutto lo spirito dell’album.
Ultima domanda di rito: se doveste descrivere la vostra band con un cocktail, quale sarebbe?
Una bella Grey Goose ghiacciata con un po’ di tonica mediterranea. Un cocktail fresco e attuale, dal gusto ricercato ma fondamentalmente sincero, come consideriamo che sia il nostro sound.