Che la scena italiana underground sia in fermento, beh, su questo non temo che qualcuno mi smentisca, vista la gran quantità di band più o meno valide che ultimamente si affacciano nei festival indipendenti e non solo.
Di ogni genere, ovvio, ma se ne sentono parecchie di quel brit pop melodico che è facile da acchiappare e difficile da lasciare, con delle melodie scolpite nella roccia che neanche a volerlo te le dimentichi. Se questo sia un pregio o un difetto ancora oggi dopo tanti anni non so darmi una risposta.
Gli AURA rientrano in pieno in questo genere e di certo fanno poco per nasconderlo (e perché mai dovrebbero?!). Bolognesi, giovani, belli e professionali nel prodotto che propongono, hanno dalla loro l’aiuto della FOREARS, etichetta fresca e piena di risorse nel proporre nuove realtà.
Entrambi però questa volta non centrano il bersaglio con questo cd d’esordio, dopo un EP tanto per sondare un po’ il terreno. Neanche le tante partecipazioni, e alcune anche blasonate, a festival e affini (Ho davvero letto Arezzo Wave e Red Ronnie?) mi convincono della qualità di ‘sto dischetto.
Un brit pop, appunto, insipido come neanche una minestrina col dado e senza il pecorino tanto per farcirla un po’ potrebbe essere.
Il prodotto, lo ripeto, è più che decente nei suoni e negli arrangiamenti, ma quello che manca è il guizzo, l’intuizione e l’idea per fare di ogni canzone un buon motivo per convincermi a premere di nuovo play: non un passaggio originale, non una melodia che mi dica alcunché, non l’ombra di qualcosa che non sia melenso e scontato e giustifichi il fatto di aver passato 38 minuti con i nostri invece che farsi una partita a GTA.
Non è tutto da buttare, ovviamente, ma il poco che si salva non è di certo sufficiente per consigliare questo lavoro a chi di musica vorrebbe fruirne senza mai dire basta.
Eppure i paragoni che ho trovato sulla loro bio erano importanti e facevano veramente incuriosire: Beatles e Afterhours, Placebo e Muse, addirittura Beethoven!
Quello che ne esce sono invece 10 canzoni senza un perché, che potrebbero fare la felicità di adolescenti attratte più dalle loro facce e dal look – tra il sessantiano e i Modà – che dalla loro proposta. Anche sui testi non è che si lasci qualche traccia particolare di entusiasmo.
Il genere che gli AURA si sono scelti può sembrare facile, ma a mio avviso è uno tra i più complessi, proprio per la difficoltà di proporre qualcosa di buono senza scadere nella mediocrità assoluta; vorrei che la tanta competenza messa nella produzione sia dedicata al songwriting e alla ricerca di qualcosa di almeno leggermente nuovo, e dico questa parola quasi vergognandomene.
01. La forma della mia faccia
02. Quanto ci costa
03. Doveva andare così
04. Dillo con gli occhi
05. Le nostre ore
06. ConsumAzioni
07. Rosa rossa al veleno
08. Senza
09. Il tempo sul tuo viso
10. Untitled
Claudio Scortichini