Più di una persona è venuta da me sostenendo fieramente: l’ultimo album dei Coldplay è il miglior album del 2011.
Ora, io rispetto le opinioni altrui e, nonostante possa avere un’idea diversa da qualcun altro su qualcosa, sono sempre prontissima a tornare sui miei passi se l’altra persona mi convince con delle valide argomentazioni. Così non è stato, e vi spiego perché.
I Coldplay sono una grande band. Possono piacervi o meno, potete essere tra quelli che si strappano i capelli e piangono ogni volta che sentono “Fix You” oppure tra quelli che insistono con la storia del “you’re gay if you listen to Coldplay”, ma è innegabile che sono tra le più importanti band del pianeta, sono una delle poche band che di ogni album pubblicato negli anni ha venduto progressivamente più copie.
Ma come sappiamo fin troppo bene, la quantità non è qualità. Allora diciamo pure che i Coldplay hanno ampiamente dimostrato di essere una band “di qualità” nel corso della loro carriera, sia in studio che sul palco.
Arriviamo al 2011. Dire che ci fosse attesa per questo strano coso di nome “Mylo Xyloto” è dire poco. E’ stato anticipato dal singolo “Every Teardrop Is A Waterfall“, un pezzo che sembra pensato apposta per essere cantato negli stadi (o almeno così ritenevo finché non è arrivata la ormai sentita e risentita “Paradise”, che pare ancora più adatta allo scopo).
“Mylo Xyloto” è fatto di questo: pezzoni “à la Coldplay”, che appena sentiti ti fanno subito venir voglia di comprare un biglietto per andare ad ascoltarli dal vivo (a proposito, nel caso in cui viveste in una grotta senza contatti con il mondo esterno, i Coldplay suoneranno il 24 maggio allo Stadio Olimpico di Torino): penso a “Charlie Brown”, che proprio non ce la fai a non saltare mentre ti entra nelle orecchie, o a “Major Minus“.
“Mylo Xyloto” è fatto anche di pezzi, a mio parere, un po’ noiosetti, e cioè quei pezzi dove troviamo Chris a cantare e suonare da solo. Questo va bene se ci manteniamo su canzoni come “Us Against The World”, ma va un po’ meno bene con “Up In Flames” o “Up With The Birds”. Mobbasta, eh.
“Mylo Xyloto” è fatto di una canzoncina che si intitola “Princess Of China” e che prevede la collaborazione di Rihanna: premetto che non mi piace Rihanna e che ero estremamente prevenuta nei confronti di questo pezzo, e invece devo ammettere che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa: è una delle canzoni migliori dell’album, poco importa se questa collaborazione è stata sicuramente decisa dal signor Martin e da Jay-Z mentre prendevano il tè in giardino.
“Mylo Xyloto”, però, è fatto anche di qualcos’altro: è fatto di quella cosuccia che Chris Martin e soci chiamano, nel booklet del CD, “Enoxification”. La collaborazione tra i Coldplay e Brian Eno è iniziata con “Viva La Vida” e continua con quest’ultimo album. Ecco cosa rende “Mylo Xyloto” speciale, ecco cosa lo distingue dalla musica di sottofondo di una pubblicità di stampanti, ecco da dove vengono quegli interludi tra una canzone e l’altra che sembrano inutili ma no, non lo sono, ecco cos’è che ci fa venire i brividi quando ascoltiamo questo album, ecco la magia.
“Mylo Xyloto” non è perfetto, “Mylo Xyloto” ha un nome orribile, “Mylo Xyloto” non è il miglior album del 2011 e neanche il miglior album dei Coldplay (dai, lo dico una volta per tutte, “Viva La Vida” per me è impeccabile). Ma come si fa a non amare un album che contiene delle lyrics così piene/vuote di senso come “You use heart as a weapon / and it hurts like Heaven”?
Tracklist:
1. Mylo Xyloto
2. Hurts Like Heaven
3. Paradise
4. Charlie Brown
5. Us Against The World
6. M.M.I.X.
7. Every Teardrop Is A Waterfall
8. Major Minus
9. U.F.O.
10. Princess Of China
11. Up In Flames
12. A Hopeful Transmission
13. Don’t Let It Break Your Heart
14. Up With The Birds
Alessia Rosini