Partire da Viareggio con in testa quella frase che poche ore prima gli stessi Negrita avevano condiviso sul loro profilo facebook e con le cuffie che esplodono sulle note di “Che rumore fa la felicità?”, sapendo che, da lì a poche ore, avresti vissuto un’esperienza unica è una sensazione che mai dimenticherò.
Arrivati al Nelson Mandela Forum di Firenze due ore prima dell’apertura del cancello già era percepibile l’adrenalina che si sarebbe scatenata da lì a poche ore.
Ad aprire il concerto un giovane ragazzo italiano, Il Cile, che ci fa assaggiare un piccolo estratto del suo futuro EP, in uscita a fine primavera: suoni effettati, ma niente di nuovo, almeno per me.
Passano ancora i minuti e finalmente le luci si spengono e si iniziano a sentire i primi colpi decisi sulla batteria: finalmente inizia il concerto!
La tribuna in cui mi trovo inizia a saltare, ballare, urlare su quelle prime note di “Cambio” per poi susseguirsi velocemente in ben ventisette canzoni di cui, beh, non si è sentito affatto il peso!
Si alternano canzoni movimentate quali “Fuori controllo” e “Panico”, fino ad arrivare a canzoni che trattano temi impegnativi come “Il libro in una mano, la bomba nell’altra” e “Salvation” per la quale il caro Pau fa un’introduzione molto toccante – soprattutto per i giovani, alla quale la canzone è dedicata – sull’impegno che questi ultimi dovrebbero avere per salvare il paese che pian piano sta cadendo in rovina.
Dopo pochi istanti inizia quella che è la canzone durante la quale il pubblico, ben settemila persone, ha urlato sicuramente di più: “Che rumore fa la felicità?”; viene subito seguita da “Immobili” e “Radio Conga” sulla quale poghi e salti non si sono fermati un momento!
Susseguono altre canzoni fino ad arrivare all’ultima nata, l’ultimo singolo estratto dall’album “Dannato vivere” (di cui eseguiranno una bellissima performance!), ovvero “Il giorno delle verità” con cui il nostro amato chitarrista Drigo dimostra di avere anche una gran bella voce.
L’atmosfera si fa più calma e romantica per dare spazio a canzoni quali “In ogni atomo”, “Brucerò per te”, “Magnolia” (rivisitata ad hoc per l’occasione rispetto a quella ben conosciuta di Sanremo), per poi finire in un’esplosione di dolcezza e lacrime (dovute anche alle centinaia di accendini presenti) con “Ho imparato a sognare”, eseguita alla fine del concerto.
Come in ogni concerto che si rispetti, i Negrita si allontano per qualche istante di riposo, le grida “Fuori!” invadono tutto il palazzetto e pochi istanti dopo sono di nuovo lì per allietarci con canzoni che trattano temi molto amati, ovvero – come ha detto il signor cantante – “bacco, tabacco e sexo”, rispettivamente “Junkie Beat”, “Transalcolico” e “Sex”.
Il concerto pian piano si spegne fino a toccare l’apice della felicità con una canzone che parla di amicizia vera: “Gioia infinita”.
“Bruceremo anche la neve”, e così è stato.
Eli Bertolucci