“Cuneo chiama, J-Ax risponde… Energia!” si potrebbe dire modificando l’intro di “Decadance”, perché così è stato la sera del primo giugno in Piazza Virginio a Cuneo per tutte le due ore (e circa trenta canzoni) di durata del concerto.
Trovandomi in terra piemontese già dal giorno prima per un altro evento ho deciso di anticipare di qualche settimana il concerto che quest’estate avrei dovuto fare a tutti i costi anche da sola se necessario, visto che lo “zio Ax” tra le varie tappe del “Meglio Live” summer tour 2012 ne ha una anche nella mia Bergamo, il 18 luglio.
La preparazione al concerto è iniziata subito dopo pranzo, quando ancora ero in quel di Torino, con la ricerca della possibile scaletta e il conseguente ascolto delle canzoni per ripassarle un po’ (e in qualche caso ascoltarle per la prima volta) giusto un’oretta prima di salire sul treno e arrivare a destinazione.
Cena-aperitivo veloce e poi via verso il centro un po’ in anticipo perché ancora dovevo acquistare i biglietti.
Per la cronaca, visto l’alto numero di prevendite, il concerto, inizialmente spostato in un’altra piazza meno capiente, è stato nuovamente trasferito in questa come da programma e anche posticipato di mezz’ora in modo che anche i ritardatari non si perdessero nulla.
Arrivata in tutta fretta all’entrata, dopo il solito controllo borse, inizia la caccia al posto migliore; inizialmente ero per il “sto in fondo così vedo meglio ed è più tranquillo” ma già durante il dj set che ha aperto il concerto (con canzoni dei Club dogo, di Marracash ecc.) ho iniziato ad avanzare tanto che verso la metà del live ero in terza/quarta fila.
Come dicevo all’inizio, i pezzi presentati da J-Ax sono stati una trentina, prevalentemente estratti dagli album che ha inciso da solista senza per questo dimenticare qualche chicca proveniente direttamente dagli Articolo 31.
Il concerto è iniziato così:
Intro
“Meglio Prima”
“Tutta Scena”
“Immorale”
“L’Ultima Bomba in Città”
“Brillo ma Lucido”
“Rap’n’Roll”
“Recidivo”
“Soldi, Soldi, Soldi”
“Snob”
“Noi No”
Tutte queste canzoni sono state fatte una dietro l’altra lasciando poco spazio a discorsi introduttivi o scambi di battute. Per questo serviva un momento per far tirare il fiato a lui, ma anche a noi che in quanto ad urla e salti di certo non ci eravamo risparmiati e così
“Piccoli per Sempre”
“Non E’ un Film”
“Ti Amo o ti Ammazzo”
“Altra Vita”
“Gente che Spera”
sono state fatte in versione ancora più intima e “soft” rispetto a come compaiono sui vari album.
Ma siamo pur sempre a un concerto di J-Ax, quindi ricaricati si riparte con “I Love my Bike”, con tanto di bicicletta sul palco nel finale, e un’altra sequenza di pezzi su cui stare fermi è impossibile:
“Generazione 0”
“I Vecchietti Fanno O”
“Musica da Rabbia”
“Tua Mamma”
“Spirale Ovale”/“Domani Smetto”
“Buonanotte Italia”
Finita questa canzone Ax presenta la band, saluta tutti e ci ringrazia per il casino fatto. Tutti sono scesi dal palco facendo credere che il concerto fosse finito, ma il pubblico ne voleva ancora e quindi continuava a chiamarlo a gran voce.
Avendo già visto la scaletta della data zero sapevo che il concerto non era davvero finito e infatti qualche minuto dopo ecco salire tutta l’Accademia delle teste dure per fare un omaggio ai Beastie Boys (in particolare al loro leader, scomparso di recente), precursori del rap mischiato ad altri generi – che in apparenza sembra essere quanto di più inconciliabile possa esserci. Il ruolo del cantate passa a Space One, ma solo per la durata di questa chicca perché poi torna J-Ax sul palco per il gran finale, questa volta definitivo, regalandoci
“Ancora in Piedi”
“Decadance”
“Domenica da Coma”
“Più Stile”
Era tra gli artisti che volevo vedere almeno una volta live perché da piccola già seguivo, anche se non assiduamente, gli Articolo 31.
Devo dire che lui e la sua Accademia delle teste dure non hanno deluso le mie aspettative, anzi le hanno superate nel momento in cui hanno eseguito quei brani degli Articolo che non sono mai usciti come singoli ma che sicuramente meritavano alla pari dei pezzi noti se non addirittura di più.
Se ne avete la possibilità consiglio a tutti di andare a un suo concerto anche se si conoscono solo le canzoni più famose, perché è uno che ha fatto la storia della musica italiana – staccandola un po’ dall’immagine “sole-cuore-amore” (anche se magari questo l’ha penalizzato non facendolo arrivare ai livelli di Laura Pausini o Tiziano Ferro per quanto riguarda il successo all’estero) – e a dimostrarlo ci ha pensato il pubblico presente quella sera, dal bambino sulle spalle del papà con già la sua maglia al padre stesso che le sapeva tutte.
Valentina Pesenti