Green day – ¡Uno!

 

Happy Valantine’s day! Officially started recording the new record today. It’s FUCK TIME!” Questo è il tweet che si sono trovati nella propria timeline i follower di Billie Joe lo scorso 14 febbraio. Euforia  alle stelle come da copione, ma niente confronto a quando si è saputo che dato il grande numero di pezzi pronti hanno pensato ad una trilogia con ultimo disco in uscita a gennaio 2013. Il 25 settembre, a tre anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio, è uscito il primo capitolo. Questa è la tracklist di “¡Uno!”:

Nuclear family
Stay the night
Carpe diem
Let yourself go
Kill the dj
Fell for you
Loss of control
Troublemaker
Angel blue
Sweet 16
Rusty James
Oh love

Esiste una versione deluxe disponibile solo su Itunes, aggiunti i video live di: “Stay the night”,”Let yourself go”,”Kill the dj” e “Oh love”.

Le premesse sono buone già dalla prima traccia“Nuclear family”: sembra che i Green Day siano tornati quelli di una volta, abbandonando uno strumento come il pianoforte che si era sentito spesso, soprattutto nella celebre “21st Century Breakdown”.
È il turno della romantica “Say the night” che musicalmente parlando somiglia molto alla precedente, ma promette meglio della prima.
Questo disco rappresenta per i Green Day una sorta di esperimento con diversi generi e sonorità che soltanto qualche anno fa non avremmo mai pensato di trovare in un loro album: “Carpe Diem” ne è esempio, ricorda un po’ i Clash.
Con “Let  yourself go” si torna al caro vecchio punk fatto di batteria e accordi veloci, ma dopo una carriera così lunga composta da nove album in studio non è difficile definirla qualcosa di già sentito nel loro repertorio . Dei tre singoli usciti questo è il più recente datato 5 settembre e sicuramente quello più apprezzato da chi è diventato loro fan ai tempi di “Dookie” o che comunque apprezza di più quei Green Day rispetto a quelli di “Wake me up when september ends” o “21 guns”.
A seguire è il turno di un altro dei singoli usciti, scoppiata nelle radio: “Kill the dj”, canzone rilasciata ad agosto, risente di sonorità lente e apprezzabili. Credo che la scelta di pubblicare tre singoli completamente diversi tra loro sia stata fatta per poter permettere all’ascoltatore di farsi un’idea sulla varietà di stili presenti nelle dodici tracce.
“Fell for you” è decisamente migliore del brano che la precede, melodica e di quelle che si imprime in testa.
Con “Loss of control” ritorniamo al punk a cui ci hanno abituato e che fino ad ora sembrava essere finito un po’ nel dimenticatoio.
Un tuffo nel passato con “Troublemaker” dove su una base sixties si racconta quella che per certi versi potrebbe essere la storia di Billie Joe o di qualsiasi altro ragazzo ribelle che alla scuola o allo sport preferisce la musica sognando un futuro da rockstar.
Ci stiamo avvicinando alla fine: “Angel blue” è uno dei pochi pezzi presenti che non avrebbe sfigurato in uno dei primi lavori della band.
“Sweet 16” trasuda il lato romantico di Billie Joe in una lunga storia d’amore raccontata con le chitarre al posto giusto.
“Rusty James” è un altro dei pezzi che non si discosta dai loro repertorio e proprio per questo risulta anche lui un “già sentito”.
Il finale è affidato a “Oh love”, canzone dallo stampo Beatles uscita come primo singolo il 16 luglio.
Personalmente il disco non mi ha soddisfatto molto e per questo non so se acquisterò gli altri due dischi.
Sicuramente la scelta di utilizzare sonorità diverse da quelle che siamo stati abituati a sentire da loro li fa onore, ma c’è il rischio che da una band storica come la loro si passi a una “per famiglie”, cosa ineccepibile per i fan memorabili e non.

Valentina Pesenti

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