Si è da poco concluso il Festival di Sanremo, importante appuntamento annuale per la musica italiana. La 63° edizione è stata caratterizzata da parecchie novità, a partire dalla coppia di conduttori, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, già collaudati a Che Tempo Che Fa. Un’altra innovazione è stata l’opportunità concessa agli artisti di presentare due brani, uno dei quali sarebbe stato scelto dal televoto e da una giuria di giornalisti e sarebbe stato quello in gara. Sarebbe impossibile citare tutti i momenti più salienti di quest’edizione, perciò proviamo a fare un breve riassunto.
FABIO FAZIO – Voto 8. Di certo non aveva bisogno di dimostrare di essere un ottimo conduttore, conosciamo le sue doti. Non era nuovo alla conduzione di Sanremo, e ancora una volta ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio a capo di una trasmissione così importante al centro dell’attenzione italiana. Le sue uniche “pecche” sono state un po’ di monotonia ed esagerata compostezza, oltre a una certa rigidità nei confronti delle battute della Littizzetto. Se non altro è riuscito a smorzare un po’ l’esuberanza della sua partner televisiva.
LUCIANA LITTIZZETTO – Voto 10. Ultimamente Lucianina non sbaglia un colpo, e questa ne è stata l’ennesima prova. Non è da tutti affrontare con spigliatezza e spontaneità la prima esperienza a Sanremo, ma lei c’è riuscita. È stata se stessa, quella che tutti conosciamo e amiamo per tutte e cinque le serate. Ha punzecchiato un po’ tutti, si è lanciata con le sue solite battute e anche nei momenti più seri e significativi. Assolutamente da citare la sua scherzosa performance canora accompagnata da Carla Bruni alla chitarra e il suo monologo riguardo alla violenza sulle donne, un momento a dir poco emozionante.
Adesso non possiamo far altro che attendere un suo one-woman show in prima serata e, viste le premesse, penso che non tarderà ad arrivare.
BAR REFAELI E BIANCA BALTI – Voto 6. Entrambe molto belle e abbastanza simpatiche, nessuno può negarlo. Le vallette sono una tradizione sanremese, su questo non ci sono dubbi. Quest’anno, però, lo spettacolo era già parecchio animato e costruito intorno ai due conduttori, tanto che gli interventi delle due modelle sono sembrati forzati e un po’ inutili. Era proprio necessaria la loro presenza in quest’edizione?
MARCO MENGONI (L’ESSENZIALE) – Voto 9. Vincitore del Festival di quest’anno, Marco ha presentato una canzone che sembra aver colpito più o meno tutti. Il suo ritorno sulle scene è stato parecchio apprezzato e lui è tornato, se possibile, ancora più in forma. Degna di nota e parecchio convincente anche la sua interpretazione di Ciao Amore Ciao, storico brano di Luigi Tenco. Si dica quel che si voglia sugli artisti usciti dai talent, ma trovo che la sua vittoria sia meritatissima.
ELIO E LE STORIE TESE (LA CANZONE MONONOTA) – Voto 8. Originali e alternativi come sempre, Elio e le storie tese hanno portato una ventata di allegria e freschezza al Festival. E l’hanno riconosciuto anche la critica e l’orchestra, che hanno assegnato al gruppo entrambi i loro prestigiosi premi. Particolarissima e insolita la loro canzone composta tutta, o quasi, usando una sola nota.
MODA’ (SE SI POTESSE NON MORIRE) – Voto 5. Andrò controcorrente, ma credo che sarebbe ora che i Modà si rinnovassero un po’, sia nei testi che nella musica. Questa canzone sembrava già sentita e risentita e il testo era abbastanza banale e ripetitivo. Considerando i loro brani e album precedenti, mi aspettavo molto di più da loro.
MALIKA AYANE (E SE POI) – Voto 6. Molto bella la canzone, d’altronde è stata scritta dal leader e cantante dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi. Mancava, tuttavia, un pochino d’interpretazione da parte di Malika, che non è riuscita a renderla del tutto sua. Per contro, ha convinto molto di più con Cosa Hai Messo Nel Caffè durante la serata di venerdì, dedicata alla storia di Sanremo.
RAPHAEL GUALAZZI (SAI, CI BASTA UN SOGNO) – Voto 7. Lui è senza dubbio un musicista a tutti gli effetti, con una voce e un’abilità al piano che non hanno bisogno di presentazioni. Vincitore della sezione giovani di Sanremo 2011, ha deciso di rimettersi in gioco e ripresentarsi quest’anno tra i big. Mentre la canzone di due anni fa aveva convinto tutti, questa ha lasciato qualche dubbio e qualche spazio a critiche negative.
DANIELE SILVESTRI (A BOCCA CHIUSA) – Voto 7. Molto particolare e apprezzabile l’idea di portare con sé sul palco Renato Vicini, un interprete LIS (Lingua Italiana dei Segni), che traduceva simultaneamente la canzone. L’originalità sul palco sanremese è sempre più che apprezzata: chapeau per lui.
MAX GAZZE’ (SOTTO CASA) – Voto 7. Canzone orecchiabile dalla musicalità trascinante, nata dall’originale idea di osservare i testimoni di Geova mentre citofonavano a diversi palazzi. L’unica nota stonata è stato lo stile di Max, soprattutto durante l’ultima serata. L’occhio di vetro era decisamente superfluo e poteva evitarlo.
CHIARA GALIAZZO (IL FUTURO CHE SARA’) – Voto 7. Fresca vincitrice di XFactor, di lei hanno tutti parlato bene, Mina compresa. E non le si può dare torto, considerando la sua voce pazzesca, che dal vivo è senza sbavature come se fosse incisa sul cd. Forse la canzone scritta per lei per questo Sanremo non l’ha valorizzata al massimo, ma saprà rifarsi in futuro.
ANNALISA (SCINTILLE) – Voto 9. Alla sua prima esperienza sanremese se l’è cavata egregiamente, nonostante il risultato finale. Con il suo stile originale e ricercato non è passata inosservata sul palco del Festival.
MARIA NAZIONALE (E’ COLPA MIA) – Voto 4. Più o meno sconosciuta prima di questo Festival, si è fatta notare per le sue scollature più che per la sua musica. Ed è anche plausibile, considerando che la sua canzone era in dialetto napoletano e, quindi, non comprensibile a tutti.
SIMONE CRISTICCHI (LA PRIMA VOLTA CHE SONO MORTO) – Voto 9. Genio (spesso incompreso) di questi tempi, Simone è sottovalutato a causa delle sue canzoni all’apparenza simpatiche e orecchiabili, ma che nascondono sempre un significato più profondo. La Prima Volta Che Sono Morto ne è un esempio lampante: un brano spensierato, ma in realtà è un inno a godersi la vita e a non avere rimpianti. Sarà sicuramente destinato a avere un gran successo post Sanremo.
MARTA SUI TUBI (VORREI) – Voto 5. La canzone non era niente male, ma era sbagliato il pubblico a cui è stata sottoposta. Il palco sanremese non è ancora pronto per la musica alternativa, e forse, purtroppo, non lo sarà mai.
SIMONA MOLINARI & PETER CINCOTTI (LA FELICITA’) – Voto 7. Lui era conosciuto per il suo capolavoro Goodbye Philadelphia, quindi sembrava un po’ fuori luogo sul palco dell’Ariston con una canzone così diversa dai suoi canoni. Lei, campionessa di stile con gli abiti più belli del Festival, aveva una carica a dir poco esplosiva e la canzone le sembrava cucita addosso. Nonostante le loro diversità, erano una coppia più che riuscita e la canzone riusciva perfettamente a coinvolgere il pubblico.
ALMAMEGRETTA (MAMMA NON LO SA) – Voto 5. Un po’ come i Marta Sui Tubi, sembravano abbastanza dei pesci fuor d’acqua nell’ambiente sanremese. Ciò non toglie il valore della loro canzone e il fatto che probabilmente avranno parecchio successo nell’ambiente in cui la loro musica è maggiormente conosciuta.
ANTONIO MAGGIO (MI SERVIREBBE SAPERE) – Voto 7. Trionfatore della categoria giovani di questo Sanremo, si può dire che abbia meritato il suo premio. La canzone è molto carina e ritmata ed è piacevolmente arricchita, nell’esecuzione, dai gesti e dalle espressioni del giovane cantante. Finalmente Antonio può prendersi la sua rivincita dopo lo scioglimento degli Aram Quartet, gruppo di cui faceva precedentemente parte.
IL CILE (LE PAROLE NON SERVONO PIU’) – Voto 8. Già conosciuto e apprezzato a livello nazionale, Il Cile non ha avuto molta fortuna nella sua esperienza sanremese. C’è da dire però che la sua canzone è stata una delle più belle sentite quest’anno sul palco dell’Ariston. Avrà sicuramente più successo nella vendita del suo cd e nella sua carriera in ascesa.
ANDREA NARDINOCCHI (STORIA IMPOSSIBILE) – Voto 6. Canzone carina, ma niente di speciale. È difficile inquadrare e poter giudicare i giovani eliminati dopo una sola esibizione. Per quanto mi riguarda, dovrebbero avere più spazio a Sanremo, al pari dei big.
IRENE GHIOTTO (BACIAMI?) – Voto 7. Orecchiabile, divertente e bene interpretato, questo brano merita molta più attenzione di quella che ha ricevuto. Da segnalare le apprezzabili grinta ed energia di Irene sul palco.
BLASTEMA (DIETRO L’INTIMA RAGIONE) – Voto 6. C’è chi ha visto del talento e dell’innovazione dietro a questo gruppo e c’è chi non li ha apprezzati. Sicuramente il loro stile era molto particolare e alternativo rispetto ai soliti canoni sanremesi, ma la canzone era un po’ ripetitiva e con un testo abbastanza scarno.
ILARIA PORCEDDU (IN EQUILIBRIO) – Voto 7. Una cantante molto particolare con una voce riconoscibile e per niente banale. Molto bella l’idea di inserire nel brano un ritornello nel dialetto della sua regione, la Sardegna, in modo da distinguersi pur lasciando il resto della canzone comprensibile a tutti.
PAOLO SIMONI (LE PAROLE) – Voto 5. Brano con chiari richiami ai classici della musica e alla grande canzone d’autore. Tuttavia non è molto convincente e fa sembrare che l’artista pecchi di presunzione e di megalomania.
RENZO RUBINO (IL POSTINO, AMAMI UOMO) – Voto 6. Canzone che tratta un tema molto attuale, quello dell’omosessualità. Molto dolce e delicata e Renzo dimostra di avere un’ottima padronanza musicale. Unica nota negativa è la presenza di un cantante lirico che rende tutto il brano meno moderno.
E ora non ci resta che attendere l’anno prossimo per gustare una nuova edizione del Festival di Sanremo, sperando che sia piena di novità e miglioramenti!
Chiara Marti.