Special edition di “Siamo morti a vent’anni”, album d’esordio de Il Cile

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Prima di iniziare la recensione di questo album, c’è da premettere che non è fresco di stampa, essendo arrivato sul mercato il 12 febbraio. Due parole su quello che, a mio avviso, è uno dei migliori album di questo inizio 2013, sono però doverose.  Il Cile, all’anagrafe Lorenzo Cilembrini, si affaccia sulla scena musicale circa dieci anni fa, con una band che lascerà dopo aver vinto il Festival di S. Marino. Dovrà aspettare il 2012 per farsi conoscere al grande pubblico, quando l’Universal decide di pubblicare il singolo “Cemento armato”.  Nel mentre, lavora a stretto contatto con i conterranei Negrita, scrivendo alcuni pezzi di “Dannato vivere” e aprendo qualche loro concerto.
A differenza della prima versione dell’album, uscita nell’agosto scorso, questa contiene in aggiunta: il singolo portato a Sanremo, il demo della collaborazione con i Club Dogo, la versione acustica di “Cemento Armato” e due inediti. Ecco le tracce nel dettaglio:

Le parole non servono più
Siamo morti a vent’anni
Cemento Armato
La ragazza dell’inferno accanto
Il nostro duello
Il mio incantesimo
Credere alle favole
La lametta
I tuoi pugnali
La tortura medievale
Tutto ciò che ho
Cemento armato (versione acustica)

 Il disco si apre con il pezzo che ha presentato all’ultimo Sanremo Giovani, dove  è stato ingiustamente eliminato, salvo poi venire premiato dalla critica con due riconoscimenti, uno dei quali riguardante il testo, a dimostrazione che il ragazzo ci sa fare con le parole. A seguire, troviamo i due singoli che sicuramente hanno contribuito a farlo arrivare fino al palco dell’Ariston: “Siamo morti a vent’anni”,  la title track dal sapore vintage che caratterizza anche altri brani, e “Cemento armato”, traccia tutta in crescendo. Infatti, nonostante la partenza scarna, riesce nota dopo nota ad insinuarsi sottopelle e in testa, anche grazie  all’assenza di un ritornello vero e proprio. Non si potevano scegliere pezzi migliori per presentare il disco, e anche “Il mio incantesimo” è uno dei miei brani preferiti ,una ballata pop dal forte significato sociale che definire bella è riduttivo. Successivamente sulla tracklist si trova “I tuoi pugnali”, di cui per ora è disponibile solo un video con testo della canzone. Fosse dipeso da me, avrei scelto come nuovo singolo “Il nostro duello”, che rimanda ad un’atmosfera Boehmienne con il synt che accompagna parole taglienti, in quanto la rabbia traspare spesso nelle sue canzoni come reazione ad un amore malato o come protesta nei confronti della società.
Essendo Il Cile un cantautore, ogni testo è un piccolo capolavoro e chiudendo gli occhi si può immaginare di viverlo in prima persona, grazie alla sua bravura nel descrivere le situazioni. La maggior parte delle canzoni hanno come tema la fine di una relazione, ma sono anche abbastanza ricorrenti i riferimenti al senso di smarrimento che accomuna i giovani oggigiorno.
Non esagero se dico che questo è uno degli esordi migliori degli ultimi anni, e spero che la sua carriera sia tutta un crescendo, arrivando tra qualche anno ad essere considerato allo stesso livello dei cantautori che hanno fatto la storia della canzone italiana. Mi rendo conto che il genere può essere un po’ impegnativo e poco commerciale, ma secondo me questo disco può essere ascoltato anche da chi non si è mai interessato al genere, perché non faticherà a trovare una canzone nella quale rispecchiarsi. Un orecchio attento capirà, infatti, quanto tutto ciò che viene cantato sia stato vissuto, e come le canzoni siano delle cicatrici che lo testimoniano.

Valentina Pesenti

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