L’ultima volta che ci siamo sentiti era appena uscito il singolo Touch Me, ora stai per pubblicare il tuo primo album: cos’è cambiato? Ti senti cresciuto?
“Sono cambiate tante cose! E’ cambiata la mia vita, e tutto quello che mi girava attorno. Il periodo di Touch Me era quello in cui vivevo una relazione importante e che mi sono lasciato alle spalle, poi sono cambiato io: era più di un anno fa e, nonostante non sia molto a confronto con la vita intera, mi ricordo di un ragazzino che appena 21enne quasi sveniva a vedere il suo volto per la prima volta in tv o sopra un palco catapultato davanti migliaia di persone. Non sapevo niente, non capivo niente, nonostante fossi convinto del contrario, non capivo niente. Un anno e mezzo fa sognavo solo un applauso, oggi sogno di vivere la mia vita per quello che è, sempre in condivisione con la musica e le persone che amo.”
Con l’ultimo singolo hai debuttato in Spagna, ci racconti?
“Wasted è stato un traguardo importante della mia carriera, il primo singolo che ho scelto di estrarre da questo imminente album. Non pensavo che dopo così poco tempo avrei debuttato in un paese estero, invece ero lì a cantare un mio pezzo davanti a blogger e giornalisti della Spagna! E’ stato davvero emozionante, ma, più di ogni altra cosa, è stato emozionante condividere quel momento con le persone che amo e che erano lì con me. Spero di tornarci con il Back Alive Tour.”
I tuoi brani sono molto autobiografici: quant’è importante per un artista la sincerità in una canzone?
“Dipende che tipo di artista hai davanti. Ci sono tanti bravi interpreti, io stesso nel disco di Back Alive canto Rise Or Fall, che non è stata scritta da me, ma non potrei mai pensare di lasciare un intero progetto come quello di un album nelle mani di qualcun altro e trovarmi a cantare cose vissute o addirittura studiate da qualcun altro. La sincerità nei miei pezzi è tutto. In questo disco in particolare ci sono tutte le cose che ho imparato in questi anni dalla vita e che ho vissuto. L’ho scritto pensando molto a chi lo ascolterà, perché non voglio che qualcun altro possa ripetere i miei errori o sentirsi come mi sono sentito io fino a poco tempo fa.”
Qual è il pezzo a cui sei più legato contenuto in Back Alive? Perché?
“Non potrei sceglierne uno in particolare. Fanno tutti parte di me, ogni pezzo è una storia, un ricordo di quello che sono, infatti mi dispiacerà doverne scegliere solo alcuni da estrapolare come singoli. Per assurdo, parlando con i fonici che lo hanno realizzato, siamo giunti alla conclusione che è un disco unico nel suo genere, non ci sono tracce di riempitivo, ma potrebbero essere tutte potenziali hit. La prossima sarà appunto il singolo Back Alive.”
A parte LoveKiller, hai scelto l’inglese come lingua principale, come mai questa decisione?
“Ho scelto l’inglese perché è la lingua che si sposa meglio con il genere di musica che faccio, specialmente ora poi che ho debuttato all’estero. Ricordo che all’inizio della mia carriera questa decisione mi venne criticata.”
Sia la copertina di Touch Me, di cui avevamo parlato, sia quella di Back Alive, che è il simbolo del lasciarsi alle spalle i momenti difficili, hanno un significato profondo. E’ importante secondo te comunicare anche con altri mezzi, oltre alla musica?
“Chi mi segue sa quanto mi prendo cura di ogni aspetto del mio lavoro. Un buon singolo, nei tempi che viviamo ora, non può dare il massimo senza una buona copertina e un ottimo video. L’immagine conta almeno al 50% nei miei brani. Ci sono migliaia di ragazzi che ancora oggi sfornano demo, ma la differenza sta, oltre che ovviamente in un brano realizzato al meglio, in tutto quello che gli sta intorno e che lo valorizza all’occhio sempre più critico del pubblico.”
Hai in programma delle date live adesso?
“Dicembre e gennaio saranno mesi di intensa promozione, tra web tv, giornali e ogni tipo di media. Credo che il Back Alive Tour non partirà prima del mese di febbraio.”
Sara Picello
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