NYLS – “Nightlife”, un album che prende le sue origini nella Notte

frabandiere

 

 

 

Qualche giorno fa ci ha contattato un artista francese, Nyls. Abbiamo trovato la sua musica e la sua storia molto interessante. Ed ecco di seguito l’intervista che gli abbiamo fatto.

Nyls

Ciao Nyls, è un piacere conoscerti!
Iniziamo con la nostra domanda di rito: Nyls è un nome d’arte? Se sì, come mai hai scelto questo nome?

Ciao! Piacere mio.
Nyls non è il mio vero nome ma è comunque un nome che ha origini per me. Sono a metà francese e italiano. Mi sento anche molto legato alla cultura britannica dato che una grande parte della mia famiglia è anche australiana.

Quando è nata la tua passione per la musica?

 Non credo di ricordare come sia nata talmente devo risalire all’infanzia. Ricordo soltanto che all’ora dove gli altri bimbi si appassionavano per altri giochi più “comuni”, preferivo ascoltare i miei primi LP a casa. La musica è sempre stata per me un sostegno immenso nella mia vita. Mi ha salvato più volte e continua di farlo. Rappresenta sicuramente il modo più forte che io abbia trovato per curare le ferite dell’anima.

Vuoi parlarci però del tuo forte legame con l’Italia?

Sono nato in Francia ma ho un legame fortissimo con l’Italia e con l’Abruzzo più particolarmente. Mio papà è italiano, della provincia di Chieti, e sin da piccolo ho trascorso lunghissime estate lì, crescendo così insieme a tanti amici italiani e sviluppando anche una solida identità culturale italiana che non abbandonerei per niente al mondo! Amo l’Italia!

Sappiamo che hai collaborato con Paola e Chiara, come è nata questa collaborazione?

Da amici in comune. Anche loro sono in parte originarie di Chieti, e ci siamo visti alcune volte in Italia prima di questa collaborazione. Allora non se ne parlava ancora. Poi un giorno, parlando con loro, mi dissero che stavano lavorando ad un progetto un po’ diverso da quelli precedenti (credo sia stato il loro primo progetto indipendente dopo aver lasciato la Sony Music), ed è quindi naturalmente che ho proposto loro di cantare in francese. Da questa idea è nata “Seconde Chance”, un brano interamente cantato in francese da loro, uscito nel 2007.

Parlando sempre di collaborazioni: i tuoi album vantano collaborazioni con grandi produttori italiani e stranieri. Come sei entrato in contatto con questi produttori?

Questo si che è un domandone 😉 ! Dipende dai i produttori direi. Gli italiano sono molto alla mano, accessibili, ed è una caratteristica che mi piace molto rispetto a certi produttori americani che bisogna proprio convincere con cifra e premi passati. Nel mio caso, sono stato fortunato di poter incontrare Marco Contini (Irene Grandi, Marco Carta, The Doors…), il talentoso grafico che disegna le miei copertine sin dall’inizio. Per le foto, è stato un onore per me di poter collaborare con Mauro Balletti (Mina, Berté…) e più recentemente Sergej Falk. Al livello di suono, sono incontri a volte inaspettati, come lo è stato con New Puzzle, famoso per i suo remix di Madonna. Ultimamente sto anche lavorando con Bebo Le Vrai (Betty Who, Ellie Goulding…) e Skarface (Tiesto…).

Com’è il tuo rapporto con i fan?

Sono sempre stato un po’ fuori dagli schemi di promozione comuni in questo mestiere, e questo ha anche creato un rapporto speciale con loro, creando spero, un rapporto stretto. In generale sono delle persone molto educate, che mai invadono la mia privacy, anche quando mi capita di incontrarli a caso per strada. Ovviamente c’è sempre chi è più espressivo ma alla fine è sempre amore e mi ritengo davvero fortunato di avere il loro sostegno, anche quando forse alcuni media si mostrano un po’ duri con certi attacchi. Loro ci sono sempre per me… sono incredibili, e la loro fiducia è molto importante ai miei occhi. Ricevo molti messaggi su Facebook, a volte non riesco a rispondere a tutti ma comunque leggo ogni singolo messaggio, e alcuni mi travolgono proprio dalla loro autenticità, confidenza. E difficile per me esprimere tutto quello che questo mi fa risentire.

 Parlaci un po’ del tuo ultimo album. Di cosa parla? Come è nata l’ispirazione?

“Nightlife” è sicuramente un disco ancora più personale rispetto al mio primo album “Kairos”, nonostante sia cantato in inglese. È nato durante un periodo difficile della mia vita, che è iniziato alla fine della promozione di “Kairos”. Non sono uno che fa merce sulle proprie storie, mi racconto poco, ma in poche parole era un periodo molto scuro, molto contrastato con la vita professionale che vivevo allora, molto più positiva. Non riuscivo più a comunicare come l’intendevo io, questo cambiamento di vita l’ho vissuto in modo molto particolare… ho sempre amato la discrezione e la musica per quello che ci fa risentire, non per tutti i fascini creati in torno il cui scopo è quello di modellare un’immagine del artista inesistente. Così, poco a poco, ho ritrovato questa libertà di notte, quando il mondo sembra in sospeso… Ho iniziato a scrivere alcune cose, e mi sono poi reso conto che queste cose descrivevano alcuni stati emozionali che vivevo da qualche mese. Alla fine ne è uscito “Nightlife”, un album che prende le sue origini nella Notte, per tutte le emozioni che uno può sperimentare, risentire, dalla follia di un party, all’immensa solitudine nonostante ti senti amato, o alla speranza e il calma ritrovati quando vedi i primi raggi dell’alba…

Il tuo singolo “ Ecstasy” è stato boicottato dalle radio francesi. Vuoi parlarci di questa vicenda?

Quando abbiamo pubblicato il terzo singolo di “Nightlife”, “Ecstasy”, ci è arrivato a sorpresa una denuncia da parte del Comitato Europeo di Lotta Anti-Droghe, per cui il testo di Ecstasy era “un incitamento alla consumazione presso il mio pubblico più giovane”. Sono rimasto molto sorpreso e un po’ deluso di questo accuso. Sorpreso di vedere quanto a volte, certe importanti istituzioni possano semplicemente giudicare in modo molto riduttivo, senza cercare il vero significato dietro un testo. Poi purtroppo, questo diventa subito un contesto favorevole a delle polemiche inutili che certi media nutrono di menzogne. Ma alla fine non è importante, perché tanto non comprometterò mai la mia integrità artistica di fronte a questi comportamenti. Chi mi segue e ascolta le mie canzoni sa benissimo quello che davvero intendo con le parole che canto.

Consiglia ai lettori di Brainstorming Magazine che ancora non ti conoscono bene un tuo brano che consideri ti rappresenti meglio.

Difficile! Anche perché dipende dall’umore, dall’emozione. Però pensandoci proprio, direi “Ecstasy”, per il suo rapporto ambiguo con la Notte, con l’Amore in generale. Quello che voglio dire è che nella vita, nulla è tutto bianco o tutto nero, ci sono tinte più sottili che ci definiscono. “Ecstasy” è una metafora dell’amore, che ci può portare su come molto giù. Poi, per chi volesse ascoltare anche un mio brano in francese, la canzone “Promets-moi” è sicuramente una delle mie preferite.

 “Ecstasy” Lyric Video:


Ultima domanda: cosa hai in mente per il futuro?

A breve uscirà in digitale un EP Remix per “Ecstasy”, il nuovo singolo, con dei remix da Bebo Le Vrai, Skarface e New Puzzle. A lungo, siccome ricevo molte domande sui vari Social Networks sulle possibilità di un tour… Ci stiamo seriamente pensando e questo richiede tempo, anche perché il mio pubblico è un po’ diffuso in Europa, quindi dovremo proprio organizzare un tour europeo. Dopo 2 anni, ho davvero voglia di andare all’incontro di tutte quelle persone che ogni giorno mi dimostrano così tanto amore, e spero di essere in grado di offrire loro un emozione autentica dal vivo, ed è anche per questo che voglio questi momenti rari.

Grazie mille Nyls, a presto!

Grazie a voi per la vostra accoglienza! Ciao ciao!

Camilla Ortolani

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