I Gelfish sono una band di Pescara, composta da Etnegres (Stefano Sergente) alla voce, Polci (Lorenzo Polci) al basso, Iezzi (Alessandro Gizzi) alla batteria e Martelloni (Francesco Martelloni) alla chitarra.
“Hungry” è il loro primo lavoro completamente autoprodotto. Questo lavoro contiene quattro brani:
Inside the everything
No powers, No responsability
Night of the living dead
Arkham Asylum
Ma non lasciatevi ingannare, non è un album breve. I brani richiamo lo stile di molti gruppi alternative rock, per esempio il brano più breve dura quattro minuti.
Non sono una fanatica di questo genere, però ho ascoltato un po’ di gruppi in questo stile e devo ammettere che i Gelfish se la cavano divinamente. E’ un lavoro molto professionale; se non sapessi che sono una band emergente, li scambierei per esperti del settore.
Caratterizzati da un sound acido, abrasivo e sporco e da un carattere irruento e tagliente, i Gelfish esprimono un post-punk atipico, ispirato a gruppi come Death From Above 1979, Pixies, Queens Of the Stone Age e Joy Division.
Rimangono molto impressi i testi di “Hungry”, anche se, a mio parere, perdono molto con il fatto che all’interno della canzone si ripetano spesso, ma questa è una scelta stilistica.
Particolarmente apprezzato il sound più rock e meno straziante di “Arkham Asylum”.
“Hungry” è un buon lavoro, ma per essere apprezzato si deve amare il genere o si rimarrà solo con un senso d’angoscia a fine ascolto.
Comunque grandi complimenti ai Gelfish che hanno lavorato da veri professionisti!
Camilla Ortolani
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