“Mondial Frigor”, primo lavoro dei Torakiki
Bisogna disporre di un buon impianto audio o come si diceva un tempo (citando involontariamente un punto fermo della cinematografia “musicofila”) di uno stereo ad alta fedeltà per godere di tutte le sfumature contenute in “Mondial Frigor”, primo lavoro dei Torakiki, terzetto poliforme di stanza a Bologna, presente dal 23 ottobre nell’arena della distribuzione digitale.
Dorothy, Tree Moon e Pink Head le tracce che compongono il sensorama di pulsazioni, bloccano inevitabilmente, però senza aggredire, la testa e l’udito già al primo ascolto.
Ricco di curve, divagazioni “elettriche”, ritmi sintetici e pause improvvise, “Mondial Frigor” anche alle cuffie di un neofita del “genere”, riesce a riprodurre acusticamente alla perfezione la copertina che lo rappresenta: scie elettriche luminose e colorate, ordinatamente confuse sotto il “marchio di fabbrica”, il Torakiki, gatto stilizzato di “origine” nipponica.
Alessandro Rizzato, Kevin Parrino e Giacomo Giunchedi riescono con questo primo album a sintetizzare dignitosamente ambient ed electro-wave offrendo, con fugaci ricorsi alla voce, mutevoli scenari musicali che tra l’esotico e il familiare alternano relax e tempesta, calore e distanza, corsa e riflessione in un collage multimediale ben riuscito.
Album da ascoltare senza bisogno di particolari compromessi acustici, in cuffia specialmente al calar del sole, con gli occhi chiusi in modalità surprise.
Sabino Ferrucci
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