DEAR JACK A TORINO: IL PALA ALPITOUR SI SCATENA!
Inutile dire che sono la band del momento: orde di ragazzine (e anche di mamme) impazziscono letteralmente per loro, folle impazienti assediano i luoghi in cui si trovano, e file chilometriche li attendono già dall’alba fuori dalle location dei concerti. I Dear Jack o meglio Alessio, Alessandro, Francesco, Lorenzo e Riccardo, dopo essersi classificati secondi e aver ricevuto il Premio della Critica durante il talent “Amici”, non si sono fermati un attimo, e il 13 dicembre sono approdati con il loro “Domani è un altro film tour” a Torino.
La fila che consente l’ingresso al Pala Alpitour è stata lunga da smaltire: migliaia di ragazze – e accompagnatori vari – hanno atteso al gelo per ore, pur di accaparrarsi un posto alla transenna.
Una volta dentro il palazzetto, l’attesa per l’inizio dello show sembra più lunga del solito, attorniata da mamme distrutte e ragazze che fremono.
La ragazzina davanti a me è in ansia, quasi che il concerto debba farlo lei.
Finalmente le luci si abbassano e la band fa il suo ingresso sul palco.
Un ingresso, non c’è che dire, semplice ma davvero spettacolare: un introduzione musicale d’impatto, degna di un tour di grandi artisti navigati, e subito i ragazzi dimostrano di essere dei grandissimi musicisti, a dispetto delle urla isteriche che li invocano come se fossero degli Déi. Ma è con l’ingresso sul palco di Alessio, che attacca subito con “La pioggia è uno stato d’animo” – il pezzo sicuramente più energico e trascinante di tutto lo show – inizia il delirio. Il pubblico salta, si diverte, alcuni ancora non credono di avere i cinque ragazzi finalmente di fronte a loro.
Si prosegue con i brani contenuti nel loro album, come “Wendy”, “Esisti solo tu” – che ha fatto commuovere e piangere la metà delle ragazzine intorno a me – e “Anima gemella” (durante il quale Alessio prende in mano la chitarra) insieme a cover arrangiate e reinterpretate talmente bene da far dimenticare che sono state inserite, si sa, per poter riempire a pieno uno spettacolo di circa due ore. Niente nostalgia quindi per le originali, anche perché la maggior parte del giovane pubblico ha scoperto pezzi come “Solo”, “Per averti” e “Insieme a te sto bene” proprio questa sera – lo conferma la ragazzina davanti a me, che si gira chiedendomi “Di chi è questa canzone?” ogni due brani.
E a proposito di cover, queste ultime due si conquistano, personalmente, il titolo di miglior cover eseguita. Arrangiamenti azzeccati, energia che ha saputo “svecchiare” i brani ed interpretazioni eccellenti che insieme all’indiscussa presenza scenica del Front man hanno dato vita a un mix perfetto.
Il concerto ha forse il suo apice durante il momento che viene presentato come quello più intimo: un medley acustico che raccoglie le interpretazioni di “She will be loved” dei Maroon 5, “The man who can’t be moved” dei The Script e infine “Fix you” dei Coldplay.
Ma non c’è finale che si rispetti senza il pezzo più conosciuto, quello che li ha lanciati e presta il nome all’intero tour: “Domani è un altro film”, neanche a dirlo, viene cantata da tutto il palazzetto, mamme comprese. Persino la ragazzina davanti a me questa volta non ha bisogno di suggerimenti sul pezzo.
Un concerto, nel complesso, carico di energia e coinvolgente.
I ragazzi sono davvero degli ottimi musicisti, sanno reggere benissimo il palco e si meriterebbero di essere apprezzati per il loro talento e la loro passione.
Dal 10 di Febbraio saranno impegnati con il Festival di Sanremo, e chissà che magari non riescano a conquistare un pubblico più ampio, un pubblico che non si fermi solamente alle doti fisiche e (talvolta) vocali del cantante, ma che sappia apprezzare il sudore che nasce dagli strumenti.
Noemi Schiari
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