Kaligola, all’anagrafe Gabriele Rosciglione, ha 17 anni e frequenta il quarto anno del liceo scientifico. Il suo nome d’arte è nato casualmente grazie al successo su youtube del suo brano “Ego sum Kaligola” (2012), scritto quando aveva solo 14 anni e apprezzato dai media anche per l’insolito uso del latino nel testo. Musicalmente si è formato studiando per qualche anno pianoforte e ascoltando musica classica (tra i compositori da lui più amati Bernard Hermann, John Williams e Wojciech Kilar) ma anche jazz, funk, soul e hip hop.
Nei suoi lavori, inoltre, sono riconoscibili, oltre al suo amore per la musica, anche la passione per la poesia (è un estimatore di Giovanni Pascoli, Alda Merini e Rainer Maria Rilke) e per il cinema (i suoi registi preferiti sono Hitchcock, Kubrik, Tim Burton e Spielberg).
Ciao Kaligola, è un piacere intervistarti! Iniziamo con la nostra domanda di rito: come mai hai scelto il nome Kaligola? E’ nata prima la canzone “Ego Sum Kaligola” o prima il nome?
Ciao, grazie! Ho scelto questo nome d’arte nel momento in cui è nata la mia prima canzone Rap, “Ego sum Kaligola” appunto. In quel periodo studiavo la storia dell’antica Roma e l’imperatore Caligola mi aveva colpito molto, e di questo un po’ racconta il mio brano. Si può dire quindi che il mio nome d’arte è nato contestualmente alla canzone.
La tua preparazione è di base classica. Come hai scelto il genere rap per esprimerti?
In realtà mi piacciono tanti generi musicali, oltre al rap e alla musica classica mi piace anche il funk e in generale tutta la buona musica. Ho scelto il rap per esprimermi, forse perché è la musica della mia generazione e permette di scrivere testi lunghi .
E’ stata una tua scelta buttarti sugli studi classici o sei stato influenzato da qualcuno?
E’ andata così: mio nonno, che è musicista (come mio padre), mi regalò quando ero piccolo, prima una batteria, poi un pianoforte, che rimase chiuso per molto tempo, al punto che mio padre aveva pensato di restituirglielo. Mio nonno aveva risposto di lasciarlo dove stava, che prima o poi mi sarei avvicinato alla musica non solo come ascoltatore (soprattutto di musica classica) ma anche come esecutore. Ha avuto ragione lui, così ho preso un po’ di lezioni, e ho cominciato da subito a comporre qualche piccolo brano.
Per essere così giovane scrivi testi che vanno oltre i semplici problemi adolescenziali. Da dove ti viene l’ispirazione?
Un po’ dal mondo circostante, un po’ dalla fantasia e dalla riflessione. Mi piace raccontare piccole storie.
Come mai hai scelto di presentarti a Sanremo?
Il mio discografico, Antonio Rospini, quando ha sentito questo brano ha ritenuto che fosse adatto per Sanremo, mi ha chiesto se ero d’accordo a presentare la domanda, e a me è piaciuta l’idea.
Come è stata l’esperienza Sanremese? Cosa è cambiato dopo Sanremo?
E’ stata un’esperienza bellissima, mi sono divertito e ho imparato molte cose. Per il resto la mia vita non è cambiata molto: continuo ad andare a scuola, sto pensando a come realizzare il mio prossimo video, ho nuovi progetti per il prossimo album… magari di nuovo c’è che ho più impegni per la promozione e chissà, quest’estate farò qualche concerto.
Hai ricevuto il premio Miglior Testo, te lo aspettavi? Come hai reagito?
No, sinceramente non avevo letto con attenzione tutto il programma del Festival e non sapevo dell’esistenza di questo premio. Credo si sia visto molto bene in tv che ero molto sorpreso – felicemente sorpreso.
Progetti futuri? Quali sono gli appuntamenti in cui i fan possono incontrarti?
Come dicevo ci stiamo lavorando, con il mio manager. Sono ancora un minorenne e tutto va organizzato con tempi un po’ più lunghi rispetto agli altri artisti. Spero alla prossima occasione di potervi dire di più.
Grazie mille per la disponibilità!
Grazie a te! A presto!
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Camilla Ortolani