I The Anthem sono un mix di melodie catchy, giri di chitarra esplosivi e ritmi incessanti. La band si forma a Roma ad inizio 2005, quando tutti i membri erano ancora dei teenagers. Nel 2007 realizzano il loro primo EP “A fake wolf isn’t even a dog” e nel 2009 un promo cd omonimo. Nel 2011 aprono l’unica data italiana degli You Me At Six e ad inizio 2012 esce il loro primo album “High Five”, prodotto da Daniele Brian Autore dei Vanilla Sky, contemporaneamente all’inizio del primo vero tour europeo per la band, seguito, a Maggio, da un tour italiano. Il disco uscirà anche in Giappone, per l’etichetta Bullion Recrods.
Domani, 13 giugno, uscirà “In it to win it”, loro secondo album.
Tracklist:
1 Winners Are Coming
2 Cripples, Bastards and Broken Things
3 Blame It On Yourself
4 Like You’re James Dean
5 The Fall
6 War
7 Come Hell Or High Water
8 West Coast Pride
9 Spirit
10 Invincible
11 Deep Dark Secrets
12 Falling To Pieces
13 We Are United
Anche in questo album vi è l’impronta di Daniele Brian Autore, che torna questa volta nelle vesti da discografico con la sua etichetta The Alternative Factory.
Il titolo dell’album, “In It To Win It”, noi di Brainstorming lo troviamo positivo, incoraggiante. Una frase che lascia il segno: meglio esserci e lottare che stare a guardare e perdere l’occasione di farcela.
L’album inizia con un’intro, “Winners Are Coming”, d’impatto e scenografica, se così può essere definita, che prosegue poi con il brano “Cripples, Bastards and Broken Things”. Un sound imponente, quasi solenne, che rimane immediatamente impresso.
Un inizio che richiama alla memoria il sound dei primi Thirty Seconds To Mars, complice anche il videoclip del brano che riporta alla mente uno dei più grandi successi della band statunitense, ma che non ha niente da invidiargli.
“Blame It On Yourself” e “West Coast Pride”, in quanto singoli, sono due brani già conosciuti, che non per questo perdono punti.
Il primo resta coinvolgente, orecchiabile, trascinante. Un assolo che non può che non prenderti e appassionarti. Sul secondo, che dire, un brano dalle sonorità tipicamente estive, capace di far sorridere e trasmettere positività. Un peccato che sia già uscito come singolo, sarebbe stato perfetto per l’estate.
Con “The Fall” si rallenta un po’ il ritmo, a testimonianza del fatto che il disco tutto è tranne che monotono.
“War” è uno di quei brani che lascia scuramente il segno. Emerge con prepotenza dalla tracklist e diventa inevitabile non nominarlo. Forse il pezzo con il sound più internazionale di tutti, ma che riesce a mantenere l’impronta della band romana.
“Come Hell or High Water” è sicuramente la traccia più sperimentale dell’album, che si distacca un po’ dalle sonorità a cui siamo stati abituati dalla band. Una sperimentazione decisamente ben riuscita, che arricchisce l’album e lo rende ancora più frizzante.
Ascoltando “Invincible”, complice forse il titolo, si ha la sensazione di essere capaci di affrontare qualsiasi cosa. Un pezzo che nei live non potrà essere vissuto in altro modo se non saltando dalla prima all’ultima nota.
Le strofe di “Spirit” invece non rientrano, personalmente parlando, tra le più forti, ma il brano recupera certamente tutto sul ritornello, a dir poco esplosivo.
Non c’è un album che si rispetti senza ballad, no? Ed è qui che “Falling To Pieces” risponde all’appello. Sognante, delicata, arriva al momento giusto. Certo, scatteranno sicuramente i paragoni con “High Five”, ma si sa, certe canzoni sono insuperabili già dalla prima volta in cui vengono ascoltate.
La chiusura perfetta dell’album è proprio “We Are United”: un concentrato di energia, melodie caratteristiche e un ritornello trascinante si uniscono ad un coro di voci ridondanti, il tutto tipicamente in stile The Anthem.
In generale, un disco in cui è indubbia la crescita dei ragazzi, un utilizzo dei suoni che non ha niente da invidiare a band d’oltreoceano, l’utilizzo delle chitarre e degli assoli mai banale o scontato. La voce, quella di Dario Di Franceschi, potente e riconoscibile che crea l’equilibrio perfetto con le melodie di ogni brano. Un album trascinante che non vediamo l’ora di sentire live.
I The Anthem si confermano come una delle band più promettenti del panorama italiano!
Noemi Schiari