Il 9 ottobre è uscito “Black Lines“, il loro nuovo album. I Mayday Parade sono uno dei gruppi più affermati nella scena pop-punk, con un sound molto personale e un seguito fedelissimo. Il 13 febbraio tornarenno in Italia, al Fabrique di Milano, e Jake, il batterista, ci ha raccontato in quest’intervista i retroscena di questo progetto discografico e qualche anteprima imperdibile!
Ciao ragazzi! E’ un piacere intervistarvi!
Quest’anno festeggiate i vostri dieci anni di carriera. Come li riassumereste? Rimpiangete qualcosa o ve lo aspettavate diverso questo momento?
Grazie a voi!
Non rimpiangiamo nulla. Abbiamo fatto qualche errore cercando di immaginare noi stessi nel tempo, ma penso che tutto ci abbia aiutato ad essere quelli che siamo ora. Siamo molto più sicuri come amici e come band. Sappiamo cosa vogliamo adesso e c’è una fiducia tra di noi che prima mancava. E’ un buon momento per noi.
Black Lines è il vostro quinto album. Come avete scelto questo titolo e che ci dite della copertina dell’album? Dove sono i cartoons dei precedenti album?
Il titolo era un’idea che ho avuto mentre scrivevamo il disco. Come ho detto, siamo molto più sicuri adesso e il nome mi trasmetteva questo sentimento di fiducia. Sono semplicemente tutte le cose che vorresti dire ma non puoi dire. Si può dire che le cinque linee nere rappresentano tutti i cinque membri, ma non era la nostra intenzione. Le linee comunque formano delle lettere. Divertitevi a vedere cosa viene fuori.
Questo album ha delle sonorità più cupe e dure rispetto ai precedenti. Il processo creativo e la composizione dei brani è rimasto invariato o avete cambiato il vostro modo di lavorare per quest’album?
Non abbiamo cambiato molto. Abbiamo solo deciso di portare a termine tutte le nostre idee. Puoi avere delle brutte abitudini quando stai scrivendo, e convincerti che quello che stai scrivendo non suona bene per la tua band e quindi abbandonarlo completamente. Questa volta non lo abbiamo fatto. Abbiamo portato a termine tutte le idee, non importa quanto fossero forti, buone o cattive. Tutti hanno intensificato il lavoro e hanno contribuito a realizzare questo album, indipendentemente da chi ha scritto le canzoni.
Durante questi anni avete preso parte al Vans Warped Tour, e avete condiviso il palco con molte band. Qual è stato il miglior tour di sempre e con quale band vi piacerebbe condividere il palco in futuro?
Abbiamo sempre passato dei bei momenti con i The Maine, e abbiamo deciso di tornare nel Regno Unito con loro all’inizio del 2016. Ogni volta che condividiamo il palco insieme è fantastico!
Ora siete in tour! Qual è l’impatto dei nuovi brani sul pubblico? E cosa dobbiamo aspettarci da questo live tour e dalla scaletta?
Dopo aver suonato le nuove canzoni all’Alternative Press Tour, ho realizzato che la gente stava ancora imparando i nuovi pezzi. Però nel corso delle settimane, il coinvolgimento del pubblico è cresciuto. E’ stato fantastico ed era proprio quello che volevamo. Ci aspettiamo che il pubblico del Regno Unito e dell’Europa sia scatenato quando suoneremo i nuovi brani. Ci sarà sicuramente energia nella venue. Per quanto riguarda la scaletta non posso anticipare troppo, ma certamente sarà un buon mix tra i vecchi album e quello nuovo.
A Febbraio tornerete in Italia! Ci sono degli aneddoti divertenti riguardanti il vostro tempo trascorso in Italia?
Ci siamo sempre trovati bene in Italia! Una domenica, durante una pausa, siamo andati in cerca di cibo e stavamo quasi per rinunciare. Non abbiamo realizzato che l’intera città era chiusa e quindi ci sembrava di aver camminato in giro per un’eternità finché finalmente non abbiamo trovato un locale aperto. E’ stata la prima volta che abbiamo mangiato la vera pasta italiana e ne è valsa la pena! Roma è anche molto bella!
I vostri fans sono molto fedeli sin dall’inizio della vostra carriera. Qual è il vostro segreto con loro?
Non penso che ci sia un segreto ahahah! Siamo solo veri, dei ragazzi coi piedi per terra a cui è successo di poter suonare la musica che amano. Ci piace parlare con i nostri fans ogni volta che li vediamo!
Grazie mille!
Noemi Schiari