Esce venerdì 22 aprile “Miss Apleton”, il disco di esordio di Franca Barone, giovane cantante jazz milanese, dalla voce graffiante unica nel suo genere. Franca Barone nasce a Milano nel 1985 e si avvicina al pianoforte a soli 4 anni proseguendo con lo studio del repertorio classico, fino all’innamoramento per il jazz.
L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato la nascita del suo primo progetto discografico.
Ciao Franca! E’ un piacere intervistarti!
Ciao piacere mio!
Come ti sei avvicinata alla musica jazz? E’ stato un avvicinamento naturale?
Sì, è stato molto naturale. Ero piuttosto piccola, anche se sembra strano a dirsi perché è considerato un genere “complesso” per le persone adulte, figurati per i bambini. In realtà è tutta questione di abitudine e di imprinting, per così dire. L’orecchio può essere educato all’ascolto di qualsiasi cosa, la ripetizione può fare sembrare facile e riconoscibile qualsiasi genere, alla lunga. Ho ascoltato jazz e simili fin da piccola, mi è subito piaciuto moltissimo, è stata una cosa istintiva. Suonando il piano e cantando ho proseguito naturalmente verso l’approccio al jazz anche con gli strumenti.
Il 22 aprile uscirà il tuo primo album, “Miss Apleton”. E’ il frutto di lavoro di anni di studio e ispirazione, ti senti soddisfatta del risultato? Parlacene un po’.
Sì personalmente sono molto soddisfatta, è un grande obiettivo personale raggiunto, non è stato facile riuscire a scrivere in modo sincero qualcosa che mi rappresentasse sia a livello di musica che di testi, che mi piacesse anche a distanza di tempo. I brani infatti sono stati scelti tra una selezione più ampia di musica scritta nell’arco di 4 o 5 anni, il primo brano credo sia stato scritto nel 2010, l’ultimo nel 2015 poco prima di registrare. Quei brani erano lì, giravano e rigiravano nel mio hard disk senza meta, ad un certo punto ho deciso che l’avrei fatto, avrei fatto un disco mio, senza sapere bene cosa sarebbe successo dopo e se sarei riuscita a pubblicarlo davvero; volevo solo farlo. È molto diverso fare musica di altri o musica tua. Cambia tutto, la prospettiva, il punto di vista, gli obiettivi, le motivazioni per cui la fai. Però nonostante la fatica fisica, organizzativa ed economica per produrre questo lavoro, la sensazione che ho provato quando ho ricevuto la spedizione dei miei dischi a casa e quando ho inserito il cd nel lettore beh… è impagabile, è felicità vera!
Da dove nasce l’idea del titolo?
L’ideatrice del titolo è in realtà mia sorella Roberta; Miss Apleton è un soprannome che mi ha dato per anni. Il primo brano uscito, quello di cui ho fatto anche il video, è proprio suo. Lei aveva inventato questa melodia molto solare con un testo divertente, a me piaceva molto; ho modificato e aggiustato melodia e testo dando una veste jazz al tutto e aggiungendo l’arrangiamento dei fiati. È per questo che anche il brano, oltre al disco, si chiama Miss Apleton.
Quali sono gli artisti con cui ti piacerebbe collaborare?
Difficile a dirsi, ci sono moltissimi artisti jazz e non che stimo molto ma i musicisti che hanno suonato nel mio disco a parer mio sono tra i migliori in circolazione, è già un traguardo per me avere avuto loro a dare vita ai brani del disco. Potendo sognare potrei dire Karrin Allyson e Gregory Porter, ma è davvero riduttivo…
Dopo l’uscita dell’album quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Cercherò di portare in giro il disco il più possibile, compatibilmente con il fatto che nell’ambiente non sono molto conosciuta. Confido nel potere della musica e molto di più nel potere dell’insistenza!
Grazie della disponibilità, in bocca al lupo!
Grazie mille a te, crepi ‘sto lupo!
Noemi Schiari