Daniele, Andrea, Francesco e Giacomo, in arte gli Absent Feet, hanno un obiettivo: portare sulla scena musicale qualcosa di nuovo, moderno, senza però dimenticare i grandi nomi e le canzoni che hanno fatto la storia.
Noi li abbiamo intervistati per voi!
Com’è nata la vostra passione per la musica e, soprattutto, come sono nati gli Absent Feet?
Per alcuni di noi è nata durante qualche viaggio in macchina da bambini, è li che i nostri genitori ci hanno introdotti alla musica. L’ amore nel cercare di farla, è nato verso i 13 anni con le prime cover degli u2, dire straits ecc.
Il vostro nuovo album si chiama Imagineration: già dal nome mi vengono in mente almeno due significati diversi. Ci spiegate?
Sì, immaginazione e generazione. Volevamo evocare esattamente queste due associazioni mentali. Cioè una musica che si racconta per immagini, dedicata a una generazione che va oltre lo stato delle cose grazie all’immaginazione. Oltre al riferimento non troppo velato a Imagine di John Lennon.
Riuscite a fondere generi diversi, dal pop al rock, come abbiamo sentito anche dai due singoli che hanno anticipato l’album. C’è un sound che sentite più vostro o vi piace sperimentare?
Non c’è un sound che sentiamo più nostro, anzi tutto l’opposto, ci piace sperimentare e ci lasciamo trascinare spesso da influenze passeggere, questo ci rende abbastanza indefinibili e fluidi.
Se vi chiedessi di convincere qualcuno a comprare Imagineration, cosa direste?
Non vogliamo convincere nessuno, la musica non è un aspirapolvere, o la senti tua da subito o niente.. Odiamo le parole che cercano di definire la musica quindi non le useremmo per questo.
C’è una canzone a cui più di tutte siete legati? Perché?
No, ognuno ha la sua. Dipende molto dal momento che uno vive, anche se sicuramente i due singoli Chickens e Carillon ci rimandano ai giorni in cui abbiamo girato i video e quindi a ricordi sicuramente piacevoli.
Quale canzone, ovviamente non vostra, vorreste aver scritto?
Sembrerà un pò classico e scontato, ma Comfortably Numb dei Pink Floyd.. per qualcuno di noi rappresenta l’essenza della musica.
Daniele e Andrea: noi l’abbiamo sentita suonata dal vivo da Gilmour all’Auditorium, seduti a 15 metri da lui ed è stato uno dei momenti più belli della nostra vita. Ci siamo girati alla fine della canzone e dietro di noi c’era Verdone, anche lui commosso, per farti capire la serietà della cosa.
Descrivete la vostra esperienza negli Absent Feet con una parola. Una a testa, ovviamente!
Curiosa, faticosa, profonda, vera, piacevolmente complicata.
Avete progetti in cantiere?
Sì, stiamo programmando alcune date in Italia e stiamo provando a varcare il confine.
Link al disco: https://open.spotify.com/album/5rjfZeqklWMWLTQkfJvT0B
Facebook: https://www.facebook.com/AbsentFeet/?fref=ts
YouTube: http://www.youtube.com/user/AbsentFeet
Sara Picello