I The Kolors, dopo un anno dal loro trionfo ad Amici che ha dato il via ad una serie di successi da record, ci hanno abituati fin da subito ad esibizioni di grande impatto, complice l’innato carisma e il talento del leader Stash Fiordispino. Ma agli Mtv Awards di Firenze, le cose sono andate diversamente.
Cos’è successo? I The Kolors salgono sul palco per la loro esibizione quando la base è già iniziata, svelando – davvero c’è ancora gente che pensa sia tutto live? – di fatto che l’unica cosa live è la sua voce. Da qui in poi assistiamo ad uno Stash inedito per molti: finti baci, toccatine, e sul finale sputo alla telecamera. Uno sputo, ci tiene a precisare, non rivolto ai fans, ma a chi ha cercato di boicottarli, uno sputo al sistema. Dopodiché, scendono dal palco senza ritirare il premio a loro destinato, lasciando il povero Francesco Mandelli da solo, in diretta nazionale.
Sicuramente ciò che si è visto non è stato un bello spettacolo. E non perché ci scandalizziamo con poco e ci piacciono solo le belle facce pulite, siamo fan di un genere, il rock, dove chi la fa più grossa è osannato come un eroe. Ma qui non si parla di eroi, e soprattutto non si parla di rock.
E’ lontana da noi l’idea che gli artisti debbano essere delle marionette in mano a case discografiche, uffici stampa e quant’altro, manovrati a loro piacimento senza libertà di azione e coscienza, ma c’è da dire che una critica, per essere tale, deve essere fatta in modo intelligente. E’ chiaro che se entri a far parte del mondo della musica, sai bene che dovrai accettare molte cose che non ti andranno giù, è un prezzo da pagare se vuoi esserci dentro, e ne sei ben consapevole quando entri a farne parte. Ciò non significa dover accettare tutto, però. Manifestare il proprio malcontento, esprimere la propria opinione, fare qualcosa che nessuno ha mai il coraggio di fare è legittimo, tanto di cappello.
Ma la questione è: ne valeva la pena solo per un problema tecnico? O per delle votazioni falsate? I problemi tecnici sono parte integrante del mestiere, non è una novità per nessuno che la maggior parte degli eventi siano in half playback se non interamente in playback; le votazioni falsate e le polemiche che si trascinano dietro vengono fuori in ogni tipo di concorso, ma per una band che ha ottenuto quattro dischi di platino con un solo album, davvero è così importante un premio che teoricamente è solo un surplus?
“E’ stato coraggioso, ha avuto le palle di fare quello che nessuno ha mai detto.”
Questi all’incirca i commenti dei fans, contenti di sapere che i loro idoli non sono telecomandati a bacchetta dalla casa discografica, la Baraonda, che altrimenti avrebbe prontamente impedito lo spiacevole gesto. Volete che vi sveli una cosa? Questo gesto che indica libertà di coscienza assoluta, è del tutto annullato nel momento in cui viene organizzata dall’ufficio stampa degli stessi, un’intervista in cui Stash sarà obbligato a dire esattamente ciò che gli verrà detto di dire. Gesto di libertà fino ad un certo punto, perché la figura negativa l’ha fatta, e l’ufficio stampa deve correre ai ripari, d’altronde è lì apposta per fare in modo che la sua immagine non venga scalfita, ma sappiate che per un gesto fatto di testa sua, ne conseguono altri dieci imposti.
Il miglior modo di protestare sarebbe stato portare a casa l’esibizione in modo dignitoso, visto anche il significato pesante che porta la canzone, e rifiutare elegantemente il premio, senza mancare di rispetto a chi stava facendo il suo lavoro e che poco aveva a che fare con gli inconvenienti accaduti. I giornalisti durante la serata erano lì apposta per raccogliere le sensazioni degli artisti riguardo alla serata, e quale modo migliore di dire la propria se non tramite un mezzo come la stampa, piuttosto che scappare via facendo la star e lasciando più che una ribellione, una confusione generale?
Insomma, tanto di cappello a voler sempre dire la propria, ma da una persona intelligente e capace come Stash, ci aspettavamo un comportamento più maturo e una critica intelligente, che sarebbe sicuramente stata accolta meglio, senza passare dalla parte del torto.
Noemi Schiari