Dopo i precedenti progetti “Bandamariù” (con i cd “Miscia Lay” e “Bumma”) e “Dedo & the Megaphones” (con il cd “Dedo & the Megaphones Vol 1°”) Dedo pubblica il suo quarto album: “Cuore Elettroacustico”.
Già dal titolo l’artista rivela la sua visione di un mondo ormai lanciato a grande velocità sulla strada di un inarrestabile progresso tecnologico dal quale l’uomo, con le sue debolezze ed imperfezioni, rischia di essere fagocitato.
«Nell’era cibernetica che ci attende, con i suoi umanoidi perfetti ed infallibili, l’umanità saprà conservare la sua diversità fatta di esseri sensibili, pensanti e creativi?» Dedo.
TRACK BY TRACK
1. “Attendi solo un po’” Apre la tracklist il brano che con sonorità elettroniche ed acide racconta di un amore inaccessibile e tormentato.
2. “Dicono” Il secondo brano parla di quello che la gente dice e sente dire, dei luoghi comuni che ci martellano e che, radicandosi nelle menti più fragili, generano paure e diffidenze nello straniero, nel diverso. Ci stiamo abituando alla bruttezza? Proviamo a fare esercizio di compassione, se il nostro cuore batte, se respiriamo e sogniamo, non possiamo restare insensibili alle stragi silenziose che ci circondano e a chi, disperato, bussa alle nostre porte.
3. “Inverno maledetto” Con questo pezzo Dedo torna sul tema dell’amore malinconico e impossibile, velato da una nostalgia simile alla saudade cantata dai brasiliani.
4. “Taggami il nervo dell’amore” (Feat. Max Gazzè) L’egocentrismo da social network è il tema di questo brano. La dipendenza dai “tag” e dai “like” viene declinata in musica, con un brano ironico e divertente che prova a raccontare le tragicomiche nevrosi dei nostri tempi. Qui canta e suona il basso Max Gazzè.
5. “Resta sul divano” È una narrazione dedicata alla TV e al potere che questa ha di alterare letteralmente la nostra coscienza e di deprimere il pensiero critico. Oggi siamo bombardati da distrazioni di ogni genere, sostanze e condizioni create per trasformare il modo in cui interpretiamo e percepiamo la realtà. Non ci serve più pensare, perché c’è chi pensa per noi, al nostro posto, meglio di noi ed il richiamo dello schermo è per noi irresistibile e letale.
6. “Non è difficile” Racconta i disagi delle nuove generazioni che faticano a trovare spazio per i loro sogni e le loro idee in un paese dove la gerontocrazia regna sovrana. Nonostante ogni sforzo per fare “la cosa giusta”, i giovani si sentono ignorati in un mondo che impedisce loro di spiccare il volo.
7. “Ti manci ‘u quagghiu” È un brano in dialetto, come di consueto in ogni album del musicista siciliano. Certe storie possono solo essere raccontate nella propria lingua d’origine per capirne al meglio l’essenza…
8. “Piango alla TV” (Feat. Faso) Rappresenta un’altra critica a tuttotondo al mondo della televisione spazzatura e del dolore, ad un certo giornalismo che non informa, ma che, al servizio del potere, omette, insabbia o, peggio, disinforma. Falsi esperti ed opinionisti da marciapiede riempiono i palinsesti di una TV generalista ormai al tramonto, ma che non rinuncia al suo ruolo di manipolatrice della realtà. Brano impreziosito dal basso di Faso.
9. “Euro da mare” Nell’ambito di una critica semiseria dei tempi moderni non poteva mancare un brano sull’Euro. Con questo, Dedo riflette su come la nuova moneta ci sia stata imposta dall’alto e senza alcun referendum, ma sopratutto sul fatto, che ancora non è chiaro, se questa abbia portato realmente ricchezza e stabilità o recessione ed impoverimento.
10. “Il ballo del maiale ingrifato” Ultimo brano, uno strumentale che resetta l’album da una eventuale seriosità. La storia di un maialino in calore che non trova la compagna e corre all’impazzata…
Il disco è acquistabile su iTunes al seguente link: https://goo.gl/NVKnlr
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