Sarah Dietrich non si può semplicemente incasellare in uno stile ben preciso: fonde timbri, generi e stili diversi come se le appartenessero tutti allo stesso modo.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Sei partita dalla lirica e sei approdata al pop, passando per il folk: c’è un genere che senti più tuo o ti piace sperimentare?
Ho iniziato a studiare la tecnica lirica per amore del repertorio classico ma soprattutto perché volevo sperimentare nuovi territori. Ero curiosa di capire fino a che punto potesse spingersi la mia voce, ma ho sempre saputo che il mio destino non era quello della cantante lirica. Non volevo rimanere “legata allo spartito” e così ho iniziato il mio percorso con la musica folk (insieme agli Ardecore) per poi approdare al pop, il genere in cui probabilmente mi trovo meglio. Che poi pop vuol dire molte cose .. per me significa interpretare delle canzoni in cui le persone si ritrovano, senza elitarismi.
Hai cantato sia in Italia che all’estero: ci sono differenze secondo te nell’approccio alla musica?
Credo che l’approccio sia lo stesso, quello che cambia sono le possibilità.
Sicuramente in Inghilterra ( dove mi è capitato di lavorare e fare dei live con i Current 93) la situazione è abbastanza diversa. Non è una questione di educazione, (l’Italia ha una tradizione musicale unica) ma di risorse.
Come mai hai deciso di tentare l’esperienza di XFactor?
Sinceramente è stata una cosa decisa un po’ per caso. Complice un sogno che ho fatto. Nella mia vita ho sempre percorso altre strade musicali, non avevo mai tentato un talent prima, ma quasi a una settimana dalla scadenza per fare l’iscrizione, con curiosità mi sono proposta. E così una mattina di maggio alle 7,30 ero in fila per fare il primo provino. Andò bene e quindi ho proseguito.. arrivando fino ai Bootcamp.
Cosa ti ha dato, nel bene e nel male, questa esperienza?
L’esperienza X Factor mi ha dato molto. E’ stato un frullatore di emozioni. Ti esponi, porti te stessa, il tuo bagaglio e lo condividi con molte persone che ti guardano da casa. Hai solo 2 minuti e in quel brevissimo spazio di tempo devi cercare di comunicare tutto quello che vuoi esprimere con la canzone scelta. Non è esattamente come fare dei concerti, lì i tempi sono completamene diversi. In ogni caso per me rimane un’esperienza profonda che mi rimarrà sempre dentro.
Il tuo nuovo singolo, Implacabile, contiene un messaggio importante.Com’è nato e cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?
“Implacabile” nasce in un pomeriggio d’inverno. Circa un anno fa ero insieme ai miei produttori artistici Davide Combusti (The Niro) e Michele Braga, abbiamo iniziato a suonare e piano piano “Implacabile” prendeva forma. Avevamo capito sin da subito in che direzione andare. Abbiamo così sviluppato insieme la melodia e il testo cercando di raccontare il mio stato d’animo di quel momento. Stavamo lavorando alla stesura del mio primo album che vedrà l’uscita all’inizio del 2017 e abbiamo cercato, con questa canzone, di esprimere “il vortice” di emozioni, idee ed entusiasmo in cui mi trovavo e mi trovo tuttora. E’ una canzone che esorta a perseguire fortemente i propri sogni, i desideri. Il punto di vista è quello di una donna che si destreggia tra molti ostacoli.
Stai per iniziare il tour: come ti senti? C’è una canzone che proprio non vedi l’ora di suonare (o risuonare) live?
Mi sento entusiasta. Ho fatto già più di 20 date in giro per l’Italia in una versione acustica e quindi molto intima in cui cantavo alcune delle canzoni che si troveranno nell’album. Tornerò a suonare live un po’ prima dell’uscita del disco e ho un’emozione addosso enorme. Condividere e far ascoltare i brani dal vivo è il momento che preferisco di più. Ogni canzone ha la sua storia e ognuna di loro ha per me un grande valore emotivo.
Il tuo album uscirà l’anno prossimo: cosa dobbiamo aspettarci? Puoi anticiparci qualcosa?
Non vorrei svelare molto, personalmente penso sia un disco estremamente sognante.
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Sara Picello