Gabriele Esposito si è fatto conoscere al grande pubblico attraverso la partecipazione all’ultima edizione di XFactor. La cosa incredibile è che lui, ai live, non è mai arrivato, nonostante il dissenso del pubblico e di alcuni giudici, ma quei pochi minuti alle audizioni sono bastati per garantirgli un immediato successo.
Ecco cosa ci ha detto!
Come ti sei avvicinato alla musica?
Essendo mio padre un pianista sono cresciuto in un ambiente ricco di musica sin da bambino ed ho ereditato da lui questa vocazione. Sai, anche lui come me è autodidatta, quindi all’età di 12 anni ho preso in braccio una chitarra e mi sono esercitato con l’aiuto dei video su internet, accompagnando i miei esercizi con il canto naturalmente.
Come mai hai deciso di tentare la strada di XFactor?
Inizialmente ero un po’ scettico per quanto riguarda la questione Talent, soprattutto riguardo alcune dinamiche che non mi piacevano di questi programmi, ma dopo averci pensato a lungo e aver valutato le possibilità e rischi mi sono convinto ed ho deciso di tentare, dato che penso sia la vetrina più grande d’Italia al momento.
Cosa ti ha lasciato, nel bene e nel male, questa esperienza?
Mi ha lasciato tante emozioni e tanti insegnamenti dal punto di vista umano ed artistico. Suonare di fronte a migliaia di persone e di fronte a giudici così ti cambia, soprattutto se a farlo è un ragazzo come me che la musica l’ha fatta sempre in casa ed in qualche locale. Inoltre ho trovato artisti e persone fantastiche con cui poter condividere il sogno e legare con chi ha la tua stessa passione è la sensazione più bella che ci sia.
Hai iniziato uno street tour a cui hanno assistito centinaia di persone: che differenza c’è tra un palco con mille telecamere puntate addosso e la strada?
La differenza sostanziale tra il palco di XFactor e la strada è legata al contatto con le persone, in strada sei molto più vicino a loro, ma in tutta sincerità durante i BootCamp il pubblico è stato così caloroso nei miei confronti che non ho notato alcuna differenza.
E’ appena uscito il tuo singolo, Bad Vibes, com’è nato e cosa vuoi trasmettere?
Sono sempre stato molto esigente con me stesso e nonostante sia un brano scritto poco prima della mia partecipazione a XFactor ho voluto aspettare e migliorarmi rispetto a quando ho iniziato a suonare. “Bad Vibes” nasce proprio dalla voglia di creare qualcosa di mio che rispecchiasse le mie influenze artistiche.
E’ importante secondo te essere anche autore delle proprie canzoni e non solo cantante?
Considera che ascolto prevalentemente cantautori, le loro canzoni sono il mio genere preferito. Ascoltando qualcuno che scrive da sé i propri brani avverto una profonda connessione con le loro musica e riesco ad immergermi maggiormente nell’identità dell’artista.
Che progetti hai per il futuro?
Attualmente sono nel mezzo di una campagna di crowdfunding tramite Musicraiser.com per realizzare il mio primo EP. Si può partecipare cliccando qui e prendendo in considerazione i vari premi della campagna si possono dedurre quelli che sono i miei piani futuri a breve termine: Uno Street Tour per incontrare tutte le persone che mi sostengono, naturalmente la distribuzione del mio EP e tante altre iniziative promozionali. Guardando al futuro più lontano mi viene spesso posta la domanda riguardo un mio ritorno a X-Factor, ma mi trovo sempre in difficoltà con la risposta dato che non so ancora cosa mi riservi il futuro. Un po’ di delusione data dal non poter partecipare ai live da parte mia c’è stata, tenendo conto del riscontro notevole che ho avuto anche essendo stato sotto i riflettori per pochissimo tempo, ma questo mi spinge ancora di più a perseverare per realizzare il mio sogno.
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Sara Picello