The Dark Side of Venus è un progetto rock/alternative fondato nel 2010 da Licia Missori, pianista e compositrice di formazione classica che sente il bisogno di esprimere un lato di sé fino ad allora rimasto in silenzio. Da qui la scelta del nome del progetto: la faccia nascosta di un pianeta il cui nome è anticamente associato alla bellezza, all’amore e alla femminilità.
La voce della band è per molti anni Ida Elena De Razza; nel 2015 subentra al suo posto Francesca Elayne Naccarelli, già voce del progetto symphonic metal Dunwich. Il resto del gruppo è formato da Alessandro Lopane (chitarra), Yuri Colafigli (basso) e Daniele Saulle (batteria).
La musica che nasce dall’incontro tra i compagni di band ha una grande varietà di influenze che rispecchiano la vastità del loro mondo musicale di riferimento.
Tra gli ascolti che influenzano maggiormente il loro sound ci sono band come Garbage e Muse e in generale la scena alternative rock degli anni 90, senza escludere il pop e le influenze della musica classica naturalmente presenti nello stile compositivo di Licia Missori.
Con l’ingresso della nuova cantante, Francesca Elayne Naccarelli, nel 2015 la band comincia a lavorare al suo primo album ufficiale, Power to Victims, pubblicato nel dicembre del 2016.
Il concept di Power to Victims è basato su una presa di coscienza: esiste la possibilità di ribaltare i rapporti di potere frustranti sia nel mondo interiore e psichico, sia nei legami sociali, sia infine in ambito politico.
Possiamo vivere in un mondo migliore o perlomeno dobbiamo provarci, e per farlo dobbiamo cambiare noi stessi come individui e come società, conoscerci nel profondo, curare la nostra mente individuale e collettiva.
L’idea alla base dell’album è che ciò che accade su ampia scala sia il riflesso di ciò che succede “in piccolo” nella mente dell’uomo, ossia che l’incapacità del genere umano di “stare in pace” non sia altro che una versione più ampia della difficoltà che ogni individuo incontra nell’essere semplicemente felice, e che i conflitti – latenti o espliciti – che da sempre esasperano ogni angolo del mondo, abbiano analogie con i conflitti interiori che mettono in subbuglio la psiche e l’anima.
Non a caso, il disco si apre con Distance, un’ouverture di un minuto e mezzo che inizia con un doloroso discorso alle figure genitoriali interiorizzate (“Mother, forgive me”, “Father believe me”) e finisce con una citazione di Pier Paolo Pasolini sulle stragi di Stato (“I know the names…”). Il primo singolo estratto dal disco è I don’t give a damn, un energico inno alla resilienza e alla capacità di reagire alle avversità.
Sito ufficiale della band: www.thedarksideofvenus.com
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