Qualche settimana fa vi avevamo parlato di “Fader”, il primo album degli Eletric Floor. Oggi saranno gli Eltric Floor a raccontarci la loro storia.
Ciao ragazzi, è un piacere intervistarvi! Iniziamo subito, come mai Electric Floor?
Il nome della band lo abbiamo scelto pensando alla sensazione che ci accomunasse mentre si suonava. Abbiamo subito pensato all’elettricità che proveniva dal basso. La nostra sala prove era piena di tappeti, quindi ‘Electric Floor’.
I vostri primi due album erano auto-prodotti. Come mai per il terzo avete scelto di affidarvi ad un’etichetta?
La Vipchoyo Sound Factory Lalbel è l’etichetta fondata dagli Stella Diana, una delle migliori Shoegaze band italiane, con cui da qualche anno c’è grande collaborazione e sinergia. Entrare nell’etichetta è stata una conseguenza naturale.
Come mai avete scelto il genere elettronico? E come mai cantante in inglese e non in italiano?
Non è esattamente un genere elettronico, l’elettronica è una componente del nostro genere.
Il nostro è un miscuglio di Shoegaze e Synthpop, non lo abbiamo scelto, è arrivato in maniera istintiva. Agli inizi cantavamo in italiano perché stava bene con il nostro modo di suonare, poi, con il cambio di Line-Up e i Synth che hanno dato un colore internazionale ai suoni, il passaggio all’inglese è stato automatico.
Parlateci un po’ di “Fader”, come è nato? Di cosa parla?
“Fader” è il frutto di un lungo periodo di sperimentazione, oltre ai nuovi orizzonti sonori, racconta quello che siamo, nel bene e nel male, nei pregi e nei difetti. E’ un racconto sincero. Inizialmente era un album di dieci brani, poi ci siamo presi del tempo e ne abbiamo accantonato la metà. Abbiamo scelto le cinque canzoni più importanti, quelle che sono strettamente collegate fra loro. Lo abbiamo registrato con Alberto La Riccia, nostro amico e fonico (Echo Mobile Studio).
Cosa vi aspettate dal futuro?
Non ci aspettiamo nulla, piuttosto speriamo di riuscir sempre a fare ciò che ci piace con lo stesso entusiasmo.
Partirete con un tour?
Si, faremo un tour di presentazione in Italia, che parte dalla nostra città, il 10 Marzo 2017 al B-SIDE.
Ultima domanda, se doveste descrivervi con un cocktail quale sarebbe?
Moscow Mule, ma preferiremmo definirci così: Esaro IGT “Paciuri” 2012 – Pacelli – Rosso calabrese rubino denso. Naso espressivo di frutta matura a bacca rossa, con ritorni di spezie dolci e richiami vegetali. Provieniente da un blend di barbera, in prevalenza, e di cabernet.
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Camilla Ortolani