Un nome particolare, Two hicks one cityman, che è il biglietto da visita dei tre componenti. Il 15 maggio è uscito il loro primo album Lonely Nights e ci siamo fatti raccontare in quest’intervista qualcosa in più su questa band dall’intensa attività live.
Ciao ragazzi! Avete un nome molto particolare: ce lo potete spiegare?
Certamente! È un nome che racchiude un po’ la doppia identità della band, rappresenta ciò che siamo. C’è l’aspetto rurale e quello cittadino, in relazione anche a ciò che suoniamo: una musica che unisce il lato più viscerale e sanguigno del soul con la controparte space rock, più psichica/psichedelica.
Il 15 maggio uscirà il vostro primo album “Lonely Nights”. Qual è stato il processo creativo per quest’album?
Le canzoni sono nate tutte in maniera molto naturale. Alcuni pezzi sono nati da un’idea poi sviluppata in sala prove, altri da vere e proprie jam.
Siete una band dall’intensa attività live: come riuscite a trasmetterlo anche su disco? Qual è il vostro momento preferito in un live?
Dal punto di vista della registrazione del disco abbiamo cercato di mantenere ogni suono il più naturale possibile, di modo da ricreare la stessa atmosfera dei nostri concerti.
Insieme al prezioso aiuto di Giovanni Bottoglia dell’Indiebox Music Hall di Brescia, abbiamo cercato di sfruttare al meglio la tecnica della presa diretta, lavorando il meno possibile in post-produzione.
Non c’è un vero e proprio momento che preferiamo nei nostri concerti, amiamo tutto ciò che precede, accompagna e segue le nostre esibizioni.
Avete una sonorità molto precisa, vi piace definire il vostro stile “soul space rock”. Come avete raggiunto questo stile? Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Raggiungere queste sonorità non è stato un processo troppo costruito, è frutto soprattutto dei nostri ascolti.
Abbiamo sempre ascoltato molte band americane, alcune delle quali con sonorità molto particolari (Band of Horses, My Morning Jacket); tutto ciò viene poi fuso con l’amore che proviamo per gran parte della black music, da Otis Redding agli Alabama Shakes. Non ci piace porre paletti, facciamo confluire in ciò che suoniamo tutto quello che ci piace, cercando di mantenere un sound con una certa coerenza (si possono riscontrare anche echi di Neil Young, Red Hot Chili Peppers ecc.).
Quali sono i ricordi più belli legati alle vostre esperienze live?
Sinceramente il suonare in sé è già una soddisfazione. Conoscere persone e altre realtà musicali è poi una cosa molto stimolante.
Se doveste descrivere la vostra band con una bevanda, quale scegliereste?
Birra e assenzio. Molto diverse, ma potrebbero rappresentare i due diversi lati della nostra musica.
Quali sono i progetti futuri dopo l’uscita dell’album? E’ previsto un tour?
È previsto un tour che verrà pubblicato nei prossimi giorni sulla nostra pagina Facebook. Ci saranno le date estive e alcuni appuntamenti già fissati per settembre.
Grazie mille!
Grazie a te!
Noemi Schiari