Estate 2015: dall’incontro di Dario Bracaloni, polistrumentista e Guglielmo Torelli, batterista e visual artist nascono gli Aquarama. Possono convivere pacificamente colorati ritmi tropicali e testi malinconici? La risposta sta in “Riva”, il primo album della band, pubblicato il 21 aprile per Fresh Yo! Label / IRMA Records, dalle spiccate sonorità internazionali. In questa intervista ci hanno parlato del loro lavoro e del tour in corso.
Partiamo dal principio. Come nascono gli Aquarama?
Nascono dall’incontro di Dario e Guglielmo: prima jam occasionali, poi un percorso programmatico con un immaginario ed un suono in testa.
Perché questo nome?
Perchè sà di mare e di estate, due temi a noi cari. E perchè il motoscafo Aquarama è un esempio di stile italiano – non legato al folclore – apprezzato in tutto il mondo: speriamo la nostra musica possa avere lo stesso destino.
Il 21 aprile è stato pubblicato “Riva”. Il titolo, inutile dirlo, evoca il mare. E proprio sognando il mare lo avete scritto, anche se… eravate in città, in una calda estate. Come entrano i contrasti in questo album? E, secondo voi, la musica può risolvere i contrasti oppure, al contrario, può aiutarli a convivere pacificamente?
Il contrasto più evidente è quello fra gli arrangiamenti solari e ballabili ed una certa melanconia dei testi.
Restando in tema di contrasti. In questo album protagonisti indiscussi sono le separazioni, l’isolamento e, paradossalmente, l’incomunicabilità. Ma la musica è già di per sé comunicazione. Quindi voi, attraverso i nove brani che compongono “Riva” state cercando di rendere comunicabile l’incomunicabile?
No, i testi dell’album vanno visti più come una sorta di sfogo o di via di comunicazione per ciò che altrimenti difficilmente avremmo comunicato, prima a noi stessi che ad un interlocutore. Ad ogni modo il nostro è un disco di musica pop, non ci sono intenti letterari o poetici così alti.
“Coral” è il primo singolo estratto. Parla di un uomo che, guardandosi allo specchio, si accorge di aver “cristallizzato” i propri sentimenti e le proprie aspettative. Com’è nato questo brano e quanto è autobiografico?
“Coral” ha avuto una gestazione lunga, in principio era un brano lento, ipnotico, che ruotava attorno ad un riff di chitarra poi eliminato. Il testo, autobiografico, è un’ammissione di peccato di accidia.
C’è una canzone di questo album a cui siete particolarmente legati e perché?
Seaplanes, perchè è il primo brano che abbiamo scritto e racchiude tutti i suoni del disco.
La vostra musica ha un sapore internazionale… Chi sono i vostri punti di riferimento musicali?
Il pop degli anni ’60, soprattutto i Beach Boys, poi il soul e i ritmi della musica rnb e hip hop. A casa nostra invece ci piacciono Lucio Battisti, Lucio Dalla e Piero Umiliani. Abbiamo preso tanto anche dal Brasile di Tom Zè e Novos Baianos.
Attualmente siete in tour. Come sono andate le prime date? E cosa vi aspettate dalle prossime?
Sta andando alla grande, la gente conosce i nostri pezzi e c’è sempre grande calore, che speriamo cresca, di data in data.
Domanda più difficile di quanto sembri: come vi vedete tra 5 / 10 anni?
In un grande studio di registrazione / casa sul mare a fare musica con tanti, tanti musicisti per poi andare in tour il più a lungo possibile. Magari a bordo di un Aquarama!
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Anna Gaia Cavallo