Torna Franco Ricciardi, con un nuovo album, “Blu“!
Primo lavoro interamente cantato in napoletano, questo LP unisce EDM, elettronica, musica urban, rock e recupera la tradizione musicale mediterranea.
Nato da una vera e propria esigenza del cantante di raccontarsi, “Blu” è un album sincero, che parla di sentimenti e non solo.
In questa intervista, il cantante ci ha parlato di questo e di molto altro.
“Blu”, il tuo ultimo album, è stato pubblicato il 28 aprile. Innanzitutto com’è nato? Cosa ti ha ispirato?
“Blu” è nato in un periodo in cui sentivo una forte voglia di raccontarmi, anzi, è stata quasi un’esigenza. Sono passati tre anni dal mio ultimo disco e avevo l’urgenza di vuotare il sacco. Così mi sono incontrato con D-Ross (il produttore di Blu) e in poco tempo abbiamo dato una forma a tutte le idee di cui avevo fatto il pieno in questi anni ed è nato questo progetto.
È anche il tuo primo album cantato interamente in napoletano. Un omaggio alle tue origini?
Anche in questo caso posso dire che si è trattato di un’esigenza: volevo raccontarmi in napoletano per poter comunicare più liberamente, senza nessun filtro. La musica è questo per me, libertà. E allo stesso tempo è un disco volutamente essenziale, nei testi e nella produzione, come si suol dire “è semplice fare i difficili, ma è difficile essere semplici”
“Blu”, un album, un colore. Perché proprio “Blu”?
Oltre a piacermi molto, il blu è il colore che più mi rappresenta: è la mia città, Napoli, il mare e la notte, che è il momento in cui ho concepito questo album. E allo stesso tempo è per me un colore intimo, e si addice al mio ultimo disco, che è piuttosto introspettivo.
Questo album parla di amore, di sentimenti. E’ intimista, potremmo dire. Questa scelta può essere attribuita alla voglia di “alleggerirti” dal peso di temi più crudi, oppure è solo un modo per mostrare la tua parte emotiva?
Parlare di amore è stata una scelta. Viviamo in anni di disagio, in Italia e nel mondo, bombardati da informazioni e parole che rispecchiano la violenza che ci circonda, senza che queste ci diano delle risposte. Oggi più che mai è necessario raccontare l’amore, che è l’unica vera risposta. Siamo arrivati al punto in cui si ha paura ad andare a d un concerto e io voglio che la musica sia in grado di offrire un momento di serenità.
Come definiresti tu “Blu”?
“Blu” è un disco estremamente sincero, questa è la peculiarità che ha più valore per me.
“So sempe chille”: è un modo per dire che, nonostante tutto e tutti, tu resti sempre tu? E che né il tempo né le esperienze sono riuscite a cambiarti?
Chi mi conosce da sempre sa della mia irrefrenabile curiosità: sono in continua evoluzione e mi sento rappresentato in pieno dalla massima di Steve Jobs “Stay hungry, stay foolish”. Cerco di vivere senza paura ma con i piedi per terra, consapevole di dove sono, dove voglio arrivare e cosa voglio fare.
Restando in tema di cambiamenti. La tua carriera è iniziata oltre 20 anni fa. Cosa è cambiato intorno a te nel frattempo? Come hai visto cambiare, cioè, il mondo musicale? Ci vogliono tenacia, determinazione e decisione per non lasciarsi travolgere dai cambiamenti circostanti.
Ci sono stati molti cambiamenti, e per fortuna! E’ la musica ad essere in continua evoluzione, c’è chi dice in meglio chi in peggio, ma fa parte del gioco, così è sempre stato e così sempre sarà. E poi sono convinto che si possa trovare sempre qualcosa di bello.
Prima parlavamo di origini. Sei nato a Secondigliano, in provincia di Napoli. Da campana so che questa terra dà quanto toglie in alcuni casi, in altri riesce a dare più di quanto toglie… Resta il fatto che comunque dà e toglie. Quanto ha dato e quanto ha tolto a te?
Ho ricevuto tantissimo e allo stesso tempo ho perso qualcosa. Ma in realtà quello che mi è stato tolto è poca roba se guardo la cosa da un punto di vista più ampio: partire dalle periferie è più difficile, ma a volte la “marcia in meno” serve per avere la forza e la tenacia necessaria per andare più avanti, per dare di più.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Moltissimi, è questo il bello del mio lavoro! Il 25 ottobre sarò all’Alcatraz di Milano per un concerto che sarà una grande festa con tanti amici e artisti che hanno fatto un pezzo di strada con me in questi 20 anni di musica.
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