Intervista a Gianluca dei Cara Calma
I Cara Calma sono una band di Brescia nata nel 2016 e nel giro di poco tempo stanno ottenendo degli ottimi risultati. E’ uscito da poco il loro nuovo album “Souvenir” e così abbiamo deciso di conoscere questa band alternativa rock un po’ meglio. Abbiamo fatto una chiacchierata con Gianluca e questo è quello che ne è uscito.
Ciao Gianluca, cercherò di farti domande diverse dal solito per non annoiarti. E’ uscito da poco il vostro nuovo album, Souvenir, iniziamo parlando di lui. C’è una traccia a cui sei particolarmente legato e perché?
Cavolo, ero preparato sulle solite domande. Comunque per è “Com’era per noi”, è un brano abbastanza “anomalo” per i Cara Calma. Ha una struttura un po’ strana, però sono molto legato al testo e all’evoluzione che ha avuto. Sceglierei questo anche se non è il classico brano dei Cara Calma.
Come sono nate la canzoni di Souvenir, cosa vi ispira quando scrivete?
Ti dirò, sono nate abbastanza di getto. Il nostro primo disco è uscito circa un anno fa e da quando è uscito siamo stati molto impegnati nell’attività di promozione e di tour. Nonostante questi mille impegni, ogni settimana abbiamo mantenuto l’abitudine di vederci due/tre volte in studio a provare, scrivere e fare e, insomma, ci è presa questa cosa di continuare a buttare fuori pezzi su pezzi.
Ci siamo trovati a settembre con 12 pezzi pronti e ci siamo detti: che facciamo registriamo o no? Poi ragionando con la nostra agenzia ci siamo detti: i pezzi ci piacciono quindi buttiamoci in studio più fretta possibile. E’ un album che racconta quello che è stato per noi lo scorso anno. L’aver incominciato a buttare il naso nel mondo della musica; aver girato tanto; conosciuto amici, esperienze. E’ un po’ una raccolta di tutti quei ricordi che vogliamo inviare a noi tra 10 20 anni quando forse saremo troppo vecchi per fare rock
Parlando di questo mi viene in mente la canzone di Caparezza “il secondo album è sempre il più difficile”. Per voi non è stato così?
Un po’ Caparezza aveva ragione perché quando incominci a registrare, inizi a scontrarti con una serie di fantasmi e di paure. Quando abbiamo scritto “Sulle punte” avevamo talmente tanta voglia di uscire, che quello è stato un album scritto davvero di pancia. Sul secondo hai sempre il paragone con il primo che è piaciuto e ha avuto il suo storico. Insomma, lo spauracchio di deludere le aspettative o fare qualcosa di troppo simile al precedente ce l’hai.
Se dovessi consigliare a chi ancora non vi conosce una vostra canzone, quale sceglieresti per farlo innamorare di voi?
Questa è difficile! Scelgo Universo, perché è un pezzo che di solito mette d’accordo un po’ tutti.
Cosa vuoi trasmettere con il tuo lavoro? C’è un complimento in particolare che ti piacerebbe ricevere da un tuo ascoltatore? Se sì, quale?
Io apprezzo sempre la sincerità che sia un complimento o una critica, purché sia costruttiva. Se riceviamo una critica costruttiva, l’accettiamo sempre volentieri perché siamo consapevoli del fatto che fare il musicista sia un percorso e se questa critica può portare a migliorarmi e a crescere è solo un arricchimento per noi. Poi se una persona il disco è piaciuto e ci fa i complimenti, ben venga. Fanno sempre molto piacere!
Rodica è uno dei brani usciti a febbraio. Il video è semplicemente geniale. Come vi è venuta questa idea?
Per dare a Cesare quel che è di Cesare. Il merito va soprattutto a Valentina, che è la nostra regista e videomaker ufficiale. L’idea è venuta soprattutto da lei. Lei ci segue sempre in tour e un giorno ci ha proposto quest’idea che ci è piaciuta molto.
Avete suonato parecchio nell’ultimo periodo e state aggiungendo sempre più date. Qual è il concerto a cui ti sei divertito di più?
Senza fare torto a nessuno, porto nel cuore il concerto che abbiamo fatto pochi giorni fa alla Latteria Molloy. Era il concerto di presentazione dell’album. Quello è stato il momento più bello per noi Cara Calma, perché abbiamo suonato in casa e abbiamo fatto sold out in un locale che per noi è un simbolo. E’ stata un’esperienza strana e difficile da raccontare. E’ stato un turbine di emozioni e momenti davvero difficili da descrivere. Forse siamo riusciti solo il giorno dopo a realizzare l’epicità della serata.
Quella è stata una serata molto importante per noi, ma portiamo nel cuore tanti concerti significativi come il Roccolo festival e tanti altri che ora non mi vengono in mente. Ma la cosa bella è che la maggior parte delle persone in questo ambiente lo fa davvero con il cuore. Portano avanti dei progetti solidi, veri e umani.
Com’è il vostro rapporto con i fan? E’ cambiato dall’inzio?
La cosa bella è che per noi tutti il contatto con i fan è una cosa importantissima. Abbiamo conosciuto persone che ora sono diventati amici, persone con cui ci sentiamo nel quotidiano. Dopo il concerto ci piace bere la birra insieme e raccontarci come è andata. Noi siamo un po’ atipici. E’ più il tempo che passiamo in giro, che il tempo che prepariamo il concerto. A volte è il nostro turno e non ce ne rendiamo conto.
Ultima domanda di rito: Se dovessi descrivere la band con una bevanda, quale sceglieresti?
Pirlo misto. Probabilmente voi non lo conoscete, anzi forse lo conoscete come Spritz Campari. Noi prima di andare in studio, di registrare, di fare qualunque cosa ci beviamo il nostro Pirlo Misto. Quindi senza dubbio: Pirlo Misto
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