Il suo nome è Alessio Amato, ma potete chiamarlo Aleam. E sbarca nel mare musicale con il suo primo EP, “Mayday”, un mix di cantautorato, trap e pop melodico.
Il lavoro altro non è che una presa di coscienza dell’artista. Il concetto di partenza è semplice: arriva per tutti, prima o poi, il momento di ragionare e capire quali sono le cose che ti condizionano in positivo e in negativo. Da qui, la voglia di fare qualcosa per migliorarsi. Ma non sempre è possibile farcela da soli… Talvolta è necessario chiedere aiuto. “Mayday” rappresenta diverse situazioni di pericolo, affrontate in modo diverso. Di questo e di molto altro Aleam ci ha parlato in questa intervista.
È appena uscito il tuo primo EP, “Mayday”. Possiamo definirlo il culmine di una tua presa di coscienza?
Non credo sia il culmine, fortunatamente.
Più che altro racchiude un periodo di tempo della mia vita dove ho capito molte cose e mi hanno portato a ragionamenti che hanno dato vita ai testi delle canzoni contenute in Mayday.
Come hai detto, “arriva il momento in cui fai il punto della situazione e capisci cosa ti condiziona in positivo e in negativo”. In questo lavoro parli delle tue origini, di amore, di sentimenti. Quali sono quindi le cose che ti condizionano in positivo e in negativo?
Tutto e niente, credo che qualsiasi cosa presenti aspetti positivi e negativi.
Il lavoro giusto da fare è scartare quelli che non ci piacciono o che non ci rendono felici per assicurarci la serenità.
Ciò nonostante credo che le cose, le persone, le situazioni e i contesti siano mutevoli. È tutto una ricerca continua.
Quando è necessario non bisogna avere paura di chiedere aiuto. È questo uno dei messaggi che volevi mandare?
Assolutamente si.
Ovviamente il mio è un discorso lungo, tortuoso e del tutto generale.
Credo che avere paura non porta a nulla.
Sono del parere che quando qualcosa non va, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, anche con l’aiuto di
qualcun altro se c’è bisogno.
Sei giovanissimo, hai solo 20 anni. Quali sono le tue esperienze pregresse? Come ti sei avvicinato alla musica?
Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica studiando chitarra.
Col tempo iniziai con un processo del tutto naturale ad avvicinarmi alla scrittura e quindi poi decisi di correlare le cose.
Sono sempre stato però attratto da questo mondo anche da piccolissimo.
Tornando all’EP. “Mayday” è un mix di cantautorato, trap, pop melodico. Quali sono le tue influenze musicali?
Ho ascoltato parecchie cose, mi appassionai al rock, al blues e poi al cantautorato italiano fin da ragazzino.
Poi iniziai ad ascoltare rap proprio nella fase antistante ai miei studi musicali e fu quello a darmi una carica in più perchè lo sentivo molto mio.
Cosa pensi della scena musicale italiana attuale? Quali sono i cantanti che apprezzi di più?
Oggi in Italia abbiamo tantissimi artisti validi che hanno contribuito a consolidare dei generi che anni fa esistevano solo oltreoceano.
Io sono amante delle cose armonicamente forti, apprezzo molto artisti come Ghemon, Willie Peyote..
C’è un artista con cui sogni di collaborare un giorno?
Non uno solo, ad esempio sarebbe bellissimo collaborare con quelli che ho citato prima, ma mi piace anche molto sperimentare, magari condividere un brano con un’artistia musicalmente distante da me.
A quando un LP? Cosa dobbiamo aspettarci?
Per parlare di album è ancora presto, io e Daniele Franzese (produttore dell’Ep) vogliamo per ora concentrarci su ‘Mayday’.
Abbiamo cose in cantiere e tantissime idee quindi state attenti.
Parliamo dell’attività live. Ci sarà un tour?
Per ora non abbiamo date di un tour, ma ci piacerebbe farlo.
Abbiamo già provato quest’esperienza qualche giorno fa con un ‘Silent Concert’ con la band ed è stata un’emozione unica per tutti noi. Stiamo lavorando anche a questo.
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Anna Gaia Cavallo