I Sum 41 non hanno bisogno di presentazione e stanno per tornare con un nuovo album. Uscirà il 19 luglio e si chiamerà Order in decline, l’ablum è stato anticipato dall’uscita di tre singoli: Out For Blood, A Death In the Family e Never There.
In occasione del loro concerto a Praga abbiamo avuto la fortuna di chiacchierare con Dave, il chitarrista della band, che ci ha parlato del nuovo album e di tante curiosità riguardanti i Sum 41. Continua a leggere per scoprirle!
Ciao Dave, è un piacere incontrarti e fare quest’intervista!
E’ un piacere anche per me!
Iniziamo subito dal nuovo album. Ne avete parlato già molto quindi tante cose le sappiamo, come il significato del titolo. Quindi cerchiamo di scoprire qualcosa di nuovo: qual è per te la canzone più significativa di Order in Decline?
Per me ci sono due canzoni molto significative. La prima è “45”, una canzone che non abbiamo ancora pubblicato. La canzone parla del 45° presidente degli Stati Uniti. E’ un modo per dire: “fanculo, tu non sei un presidente così eccezionale come credi”, ovviamente il tutto è trasmesso nello stile Sum 41. Un altro brano che trovo molto significativo è “Never There”, che abbiamo pubblicato oggi. Questo brano è davvero d’impatto.
Qual è il significato del singolo Out For Blood?
Il significato è “non sprecare il tuo tempo”. Perché non importa in cosa credi; cosa pensi spiritualmente o scientificamente. Hai solo questo tempo sulla terra, non puoi sapere con certezza cosa ci sarà dopo. Nessuno lo sa. Quindi se ti fermi e lasci che questo pianeta venga distrutto diventa un circolo vizioso. Quindi il senso è non rimanere indifferente. Usa la tua voce, fatti sentire.
Durante il tour avete suonato molte delle canzone di Order in decline. Come mai suonate “The Peolpe Vs…”, ma non l’avete pubblicata come singolo?
Ci divertiamo sempre a suonare canzoni punk rock veloci, così abbiamo pensato “diamogli una possibilità”. L’abbiamo inserita nel nostro No Personal Space Tour per vedere come reagiva il pubblico. Sai, suonare di fronte in un festival di fronte a 30000 persone, non è la stessa cosa. Nel No Personal Space Tour abbiamo suonato per circa 300 persone, è stato bello. In una situazione del genere riesci a controllare meglio le vibrazioni del pubblico. Il pubblico ha apprezzato molto.
Suonate insieme da tanto tempo e state spesso lontano da casa. E’ più difficile stare in tour con una famiglia a casa? Ti diverti ancora in tour o ti manca casa?
Mi manca casa, senza dubbio. Questi tempi sono più facili, perché abbiamo FaceTime, quando non c’era tutta questa tecnologia ti dovevi accontentare di una o due telefonate. Quindi sì, mi manca casa soprattutto ora che ci sono due bambini nella mia vita. Mi manca molto casa, ma essere qui, in tour, è un’altra versione di Famiglia. Quindi è bello anche stare in tour.
Come è vivere in un tour bus? Chi è il più disordinato?
Oh, questa è una domanda difficile! Penso che da quando abbiamo figli siamo abituati a raccogliere sempre le nostre cose. Forse Bizzy è il più disordinato. Vivere in un tour bus è come stare in una magione. Quando sono tornato in tour è stato strano. Stavamo alzati tutta la notte, facevamo party e cose così.
Come ti vedi tra 20 anni? Starai ancora in tour?
Mi piacerebbe, ma dipende. Cerco di non pensare troppo oltre, mi concentro sul momento. L’unico futuro a cui penso è che se con Kendra andrà ancora, magari ci prenderemo una casa a Firenze. Sì, proprio a Firenze.
E invece quali sono i vostri piani futuri? Quando tornerete in tour in Europa?
Stiamo programmando qualcosa per il 2020, probabilmente torneremo a gennaio/febbraio. Non c’è ancora nulla di certo.
Ultima domanda: se dovessi descrivere la tua band con un drink, quale sceglieresti?
Mmh, Priority fire! Sarebbe tequila con salsa piccante. Tutti sanno che sapore ha la tequila e tutti hanno preconcetti sulla tequila, ma quando la provi con la salsa piccante… lì dici: questa è la cosa migliore che abbia mai provato!
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Camilla Ortolani
Questa intervista è stata realizzata con la collaborazione di Lula Whibley e Alessia Cerioni