Donne e musica, chi si nasconde dietro un concerto
Abbiamo parlato di manager, organizzatori di eventi e ora passiamo alla creazione della musica. Stiamo parlando della produttrice artistica. A differenza di quello che si può pensare fare il produttore non è un lavoro esclusivamente da uomo.
Ci parlerà di questa figura Leila Bahlouri, diplomata in canto all’Università della Musica e in arrangiamento al conservatorio. Insomma, la produttrice sembra essere sempre stata la sua direzione. Leila ha anche un progetto musicale proprio, ma spesso lavora anche su commissione per aziende importanti.
“Apple mi ha coinvolta per presentare “Garage Band” per Ipad in tour in Italia; ho scritto soundtrack per aziende come Findomestic e Trollbeads e ho cantato nei dischi di artisti come Giovanni Truppi e collaborato alla scrittura di serie tv come “Sherazade the Untold Stories” in distribuzione su Amazon Prime India, Disney Channel Russia e altri paesi”.
Cosa vuol dire essere una produttrice artistica?
Ho uno studio di produzione musicale in cui mi occupo di scrittura, arrangiamento e direzione artistica. Ovvero curo gli artisti dalla fase di ideazione del progetto alla fase di realizzazione di un brano o di un disco. Sono coinvolta sia nelle scelte di suono e immagine, sia nelle questioni più manageriali che hanno poco a che fare con il lato aulico della musica e molto più con l’impresa che c’è dietro una realizzazione discografica fatta di calendari, scadenze, tramite con l’etichetta, con i distributori, con lo studio di registrazione, e così via.
Quali sono i tuoi compiti?
Io di base scrivo (brani, canzoni, beat), arrangio cioè decido da quali strumenti viene eseguito un brano; cosa suonano questi strumenti che vanno a creare il sostegno della melodia e registro.
Ma occuparsi di produzione per me ha significato andare ben oltre questo.
Col tempo mi sono ritrovata a guidare l’artista a 360°, chiarificarne le visioni, concentrarne le forze ma anche seguirlo in altre questioni che hanno più a che fare con la direzione artistica: ad esempio allestirne il live in un certo modo; consigliare il regista più adatto per girare il video di un singolo; cercare di supportarlo nello sviluppo del concept estetico di cui non fanno parte solo i suoni ma anche la scelta di grafica e immagine.
E poi ci sono le questioni manageriali di cui accennavo prima.
Direi che in studio facciamo un lavoro enorme che va oltre la semplice figura del producer, e che è difficile da definire perché racchiude in sé almeno 4 funzioni che sono di producer, tecnico, direttore artistico e manager e che vanno a supportare l’artista sotto aspetti ugualmente importanti.
Se qualcuno volesse seguire la tua stessa carriera, che consiglio gli daresti?
Io ho un consiglio molto semplice che vale per tutti: Trova quello che ti piace fare, e poi trova il modo possibilmente lecito per farlo.
Link utili: https://www.instagram.com/leilaleila._/
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