I The Gamblers sono una band Rock, Folk e Country e il quinto artista della line-up PMF. La band ha pubblicato il loro primo EP “Wandering” il 1 Giugno 2017 insieme al singolo “The Gambler”, esprimendo al meglio la loro anima US all’interno della scena torinese.
Ciao ragazzi, iniziamo con una domanda di rito: perché il nome The Gamblers?
Ci chiamiamo “giocatori d’azzardo” non tanto per saperlo fare letteralmente – perché perderemmo a ruba mazzetto anche contro le nostre nonne – ma per tutte quelle volte in cui abbiamo paura di rischiare e ci sentiamo cagasotto: essere “The Gamblers” ci ricorda che ogni tanto qualche dado bisogna pur lanciarlo.
Qual è stato il concerto più bello che avete tenuto?
Al Montelago Festival. Avevamo paura, perché percepivamo che ci fossero almeno quattro cifre di persone davanti a noi. E alla fine si ha sempre paura di sbagliare. Ma quando inizi e il pubblico risponde, la mente si libera… e non sbagli più.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Stiamo completando l’album, in cui ci saranno brani sia in inglese sia in italiano, sia danzerecci sia introspettivi. Per il resto “fare quello che facciamo tutte le sere”: suonare.
Quale delle vostre canzoni consigliereste a chi ancora non vi conosce per farlo innamorare di voi?
Probabilmente In the Land of Wine, dal palco vediamo sempre la gente divertirsi. Ma la nostra vera natura arriverà dall’album in uscita nel 2020. Sarà il nostro anno zero.
Qual è la cosa migliore dell’essere musicista e la peggiore?
La migliore? Forse quel momento in sala prove in cui crei una canzone nuova. C’è quell’aria di novità, quella meravigliosa sensazione di aver creato qualcosa di magnifico. Poi succede spesso che nelle prove successive il pezzo venga cestinato. Ma in quel momento, quel brano poteva fare qualsiasi cosa. E ti sentivi un leone.
La peggiore? Il compromesso. Per quanto tu voglia sempre far credere di essere un artista fuori dagli schemi, impassibile alla moda, sotto sotto hai voglia di spiccare sugli altri. E allora scendi a compromessi artistici, di immagine, di marketing… Prima o poi lo fai, è inevitabile, ma passa la paura quando ti accorgi che la tua indole in qualche modo viene fuori comunque.
Ultima domanda: se doveste descrivere la vostra band con il nome di un drink, quale sarebbe?
Direi un Manhattan.
Whisky, alias le nostre influenze internazionali
Vermouth rosso piemontese, alias la nostra pulsione folkloristica
Angostura, alias il sapore amaro del cantautorato
Scorza di limone, perché il limone sa sempre di fresco.
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