A marzo 2020 è uscito il terzo lavoro discografico della band romagnola EAR dal titolo “Exousia”. Undici brani che ti cullano tra melodie soft e parole dolci con un pizzico di malinconia.
EAR – “Exousia”
Il progetto EAR, che in greco antico significa “Primavera”, nasce nel 2004. Il nucleo è composto da Cristiano Sapori (voce | chitarra) e Andrea Barlotti (chitarra), entrambi originari della provincia ravennate (Castel Bolognese). Il duo ha alle spalle una lunga carriera nella musica, anni e anni che hanno permesso ai componenti di migliorare sempre di più tecnica e sound. “Exousia” è un lavoro discografico davvero ben fatto. Un suono pulito e in ogni brano c’è armonia tra voce e strumenti.
All’interno dell’album troviamo canzoni pop-folk minimale e intimo con contaminazioni elettroniche come “Eveline” e “Le nostre fotografie”, fino a brani più sperimentali come “Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza perfetta”.
Il concept dell’album sembra essere lo “slow listening”, ovvero approcciarsi all’ascolto con predisposizione d’animo. “Se volete godervi la profondità dei suoni e assaporare le diverse sfumature – spiega Andrea Barlotti, chitarrista del duo – ascoltatelo in cuffia. E già che ci siete, isolatevi da tutto. Forse non è un caso che l’uscita del disco coincida con un momento particolare per la nostra società, in cui siamo chiamati a prenderci cura di noi e del nostro tempo”.
“Exousia” non è un disco facile. Undici brani che durano quasi un’ora dai suoni calmi e rilassanti, potrebbero scoraggiare all’ascolto. Non è un album da ascoltare tutti i giorni e neanche in qualsiasi momento, ma è bello. I suoi caldi, le melodie rilassate e lente sono perfette se si cerca un attimo di riflessione. Per apprezzare davvero “Exousia” bisogna immergersi completamente nei suoi suoni.
Tra i brani che più ci hanno colpito troviamo “Le nostre fotografie” e “453 gr”, canzone con cui si apre il disco.
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