Sulla Via degli Dèi con una musica in corpo.
We were grunge di Alessandro Bruni
Scrivere di musica è un conto, farlo con la musica in corpo (e nell’anima) è ben altro paio di maniche. Lo sa più che bene Alessandro Bruni, se nel suo nuovo We were grunge prende come riferimento proprio quel vero e proprio stile di vita – più che genere – così viscerale, profondo, tellurico ma, al contempo, salvificamente vitale per intere generazioni passate, presenti e future.
Eppure alla base di tutto, a suo tempo, c’era un enorme senso di dispersione e disorientamento, un sentore sulfureo di morte in vita che motivava ogni riff, ogni verso, ogni rigurgito ricettivo da scaraventare in faccia al conformismo dilagante e a una realtà quotidiana (americana in primis, mondiale per diretta conseguenza di business) sempre più asettica e impostata su farlocche e depressive apparenze che avevano la meglio su un certo desiderio di nuova emancipazione.
We were grunge
Ma è proprio questo il punto, perché We were grunge è il racconto di un viaggio fisico che si fa, via via, sempre più interiore. O forse è approfonditamente spirituale fin dai suoi primi passi, se è vero che ad innalzarsi a padrone delle intenzioni è proprio lo scontro apocalittico tra il porre fine a tutte le cose e il farsi forza per morire dentro e poi rinascere sotto nuova luce.
La ricerca di un’identità vera e non più scolpita tra le viscere dei tirannici marmi della contemporaneità, infatti, è al centro del tormento interiore di un protagonista senza nome che si incammina lungo la Via degli Dèi tosco-emiliana per compiere un sincero quanto indispensabile percorso di redenzione e autoassoluzione dalla colpa di essere nati nell’epoca sbagliata.
Unici compagni di viaggio, naturalmente, sono i fantasmi di Chris Cornell, Kurt Cobain e Layne Staley, vere e proprie stazioni interiori alle quali rivolgere diaristiche preghiere confessionali per implorare (in verità a se stessi) una redenzione da peccati di insofferenza nei confronti di un reale che non ha mai contribuito a generare un pur minimo spiraglio di appartenenza.
Chi fantasma non è, invece, è il quarto pilastro portante di un’intera epoca emotiva oltre che stilistica e concettuale, quell’Eddie Vedder sopravvissuto a tutto e tutti al quale chiedere conto e consiglio su come attrezzarsi per provare a vincere la sfida finale e decisiva, quella della ridefinizione di un sé che possa puntare a rendersi decisivo nel corso di una restante esistenza all’insegna del provarci ancora, nonostante tutto.
Titolo: We were grunge
Autore: Alessandro Bruni
Genere: Narrativa contemporanea
Casa editrice: Persiani Editore
Pagine: 120
Codice ISBN: 978-88-858-04-746
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