In questi giorni è arrivato al nostro orecchio “Alcol, suicidi e cocaina”, il primo album dei Brandy’s Fuel. Sonorità accattivanti e temi irriverenti, questo il riassunto veloce di cosa contiene “la prima fatica in studio” di questo trio rock.
Brandy’s Fuel – Alcol, suicidi e cocaina
I Brandy’s Fuel si sono presentati come una band rock-blues con influenze punk e non abbiamo saputo resistere a questa descrizione. Ci chiedevamo cosa potevamo aspettarci da una band con questa “etichetta” e un titolo del disco così irriverente. Il risultato ci ha sorpreso.
“Alcol, suicidi e cocaina” è un pout-pourri di diversi sound. La base è il rock, ma viene espresso in modo differente in ogni brano. I Brandy’s Fuel ci ricordano in alcuni brani i Jet (la band della famosissima “Are you gonna be my girl?”), mentre in altri passiamo al rock più classico come Litfiba o i più giovani The Sun.
Il disco si apre con “Diavolo in Corpo”, un brano dai ritmi energici che ci porta subito sullo stile dei Jet insieme a “Trip”. Ci spostiamo più verso il punk con “Johnny” e “Fantasmi” (questo è il nostro brano preferito!). La maggior parte delle canzoni però sono sul rock classico italiano un po’ stile Litfiba e un po’ The Sun. In questo disco non manca proprio niente, infatti verso il finale arriva anche una ballad: “Spirargli di luce”. Chi ci segue lo sa, a noi piacciono i ritmi pompati quindi purtroppo questo ultimo brano non ci colpisce molto.
In generale “Alcol, suicidi e cocaina” è un disco molto interessante. Sfumature diverse del rock, ma con un filo conduttore unico che rende il lavoro omogeneo. Il sound dei Brandy’s Fuel ti cattura subito, ma rimane un qualcosa di già sentito, non spicca particolarmente per originalità. E’ comunque un ottimo primo lavoro dal punto di vista tecnico e sicuramente un album molto gradevole. Complimenti, Brandy’s Fuel avete iniziato bene!
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