Gli album sono sempre più fuori moda, ma non smetteranno mai di esistere. La creazione del disco non è affatto facile, non solo a livello di creazione dei brani ma proprio nella realizzazione dei dettagli dalla tracklist alla copertina. Abbiamo deciso di creare una mini rubrica dove con l’aiuto di professioniste andiamo a scoprire le tecniche per far funzionare al meglio un disco.
Album: come si sceglie una tracklist di successo?
Apriamo la nostra mini rubrica con una domanda: Come si sceglie una trakclist di successo? Grazie alla aiuto di Toyah Buse, Silvia Nocentini ed Esmeralda Vascellari abbiamo una risposta. Tre professioniste con tre visioni diverse che allo stesso tempo si completano a vicenda.
La scelta della tracklist, ovvero la sequenza dei brani nell’album, non è facile, ma è fondamentale. Ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo: chi preferisce partire con i singoli più accattivanti e lasciare i brani più sofisticati o di meno impatto alla seconda metà; c’è chi invece preferisce partire in sordina o con una intro e poi alternare brani diversi; chi vede addirittura l’album come una traccia unica e le lascia fluire a seconda delle tonalità o delle sfumature, in un flusso senza stacchi.
Esmeralda Vascellari di Lady Something Records utilizza la seguente strategia: “Personalmente quando ho curato delle playlist tipo le mie compilation C16 e C18, ho preferito dividere l’album in due parti: i brani più solari/vivaci sul lato A e quelli più oscuri e malinconici sul lato B. Mi piace questa dicotomia bianco/nero che ricorda un po’ i ritmi circadiani dell’uomo e quelli naturali, dal massimo della luce al massimo del buio”.
Toyah Buse, manager, ha un’altra filosofia. “Questa pratica si chiama album sequencing ed è un processo determinante per trasformare un semplice “ascoltatore” in fan. L’ascolto della musica sta cambiando, è rapido ed emotivo (“Non mi piacciono i primi 10 secondi? Passo alla prossima”) per cui è fondamentale costruire con criterio il viaggio nella tua musica. Passando alla pratica, suggerisco alcune semplici regole:
- Parti con un brano “forte”: cattura l’attenzione del tuo ascoltatore. Potrebbe coincidere anche con un singolo già pubblicato che già è conosciuto. Mi piace adottare questa linea anche nei live: partire subito con un brano che accomuna le persone crea coesione e “prepara” ad accogliere positivamente il resto.
- Cura i silenzi e i passaggi da brano a brano: i “fades” fatti bene fanno sì che ci sia coesione, un vero e proprio filo conduttore
- Inserisci le tracce più lunghe (ad esempio quelle con le code”) o più impegnate musicalmente verso la fine: è la fine del tuo viaggio, d’altronde.
- Scegli una linea emotiva. Cosa vuoi trasmettere al tuo ascoltatore? Vuoi raccontare una storia, una sensazione? Usa i tuoi brani per raggiungere il tuo obiettivo”.
Silvia Nocentini di NoOx Managament preferisce lasciare spazio all’artista. Nessuna imposizione e molta flessibilità. “Non credo ci sia una regola ma dipende da quello che l’artista vuole comunicare, o più praticamente parlando, quello che la strategia artistica detta”.
E tu? Che strada preferisci?
Continua a seguirci perché la prossima settimana parliamo di come si sceglie il primo singolo.