Il 29 ottobre uscirà “Botanic Night”, il nuovo EP dei Olio Su Telnet. Chi ci segue conosce bene la nostra passione per le anteprime, così eccoci qua a recensire per voi questo particolare disco.
Olio su Telnet – Botanic Night
Gli Olio su Telnet nascono nel 2017 con il preciso intento di portare qualcosa di nuovo, originale e caustico nella scena locale perugina, mischiando industrial, ambient, synthpop, sperimentale, alt-comedy, noise e post-rock. Sono già diversi anni che questi ragazzi suonano insieme e “Botanic NIght” è il loro ultimo lavoro discografico.
Il noise, synthpop non è proprio nel nostro genere, ma dentro questo EP si trovano brani che si adattano anche ai nostri gusti.”Botanic Night” è un concept album. Tutti è cinque i brani ruotano attorno alla figura del Botanic, un locale notturno frequentato dalla band che è spesso teatro di avvenimenti divertenti e sfondo di alcune delle loro più riuscite creazioni.
Ascoltando questo disco ci si immerge proprio in una serata tipica in questo particolare locale. Riusciamo a vedere la barista servire i cocktail e tutti i personaggi raccontati nei brani.
Gli Olio su Telnet raccontano il disco con queste parole:
Dopo la catastrofe nucleare, al Botanic Lounge Bar giunge un viandante solitario in cerca di Claudia, la barista, per bersi un buon drink. La ragazza aveva avvisato il giorno prima il viandante di non presentarsi, ma egli non le dette ascolto. Al Botanic è la serata “Delight” con DJ, luci assordanti e rumori accecanti.
L’uomo a forma di cane, un conoscente del nostro avventuriero, ordina a Cesare, proprietario del locale, un bicchiere d’acqua. La cosa viene gradita ben poco dal comandante della legione, lo stesso Cesare, e decide così di punirlo crocifiggendolo sul tetto del locale.
La brutalità e il potere di Cesare sono responsabili anche di atrocità nascoste e relegate nel magazzino della legione, dove Christian, l’addetto al contenimento di particolari creature nate a causa dell’esposizione alle radiazioni (le creature ombra), affronta giorno dopo giorno le difficoltà di badare a quei mostri e di sopravvivere all’avvelenamento da radiazioni, alle quali è continuamente sottoposto. Il viaggio del viandante si conclude con una ballata allegra e spensierata, in grado di esorcizzare persino il peggiore degli incubi incontrati da egli stesso in una “Botanic Night” che difficilmente dimenticherà.
La storia di Botanic Night è avvincente. Lo stile dei testi si potrebbe inserire perfettamente nella scena indie italiana attuale. Il sound per noi è il “punto debole”. Non essendo appassionate del genere non riusciamo ad apprezzare a pieno l’EP. Un brano che proprio non ci è piaciuto è “Delight”, lo troviamo un po’ troppo piatto e poco coinvolgente. Invece ci sono piaciute moltissimo Christian L’Ouverture e Botanic Night, la title track. Entrambe mescolano i suoni synth a melodie più vicine al rock. Avvolgenti e accattivanti. Ci si ritrova a canticchiare le parole già al secondo ritornello.
In generale Botanic Night è un lavoro molto interessante. Siamo sicuri che gli appassionati di elettronica, musica psichedelica e noise sapranno apprezzarli
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