Il 25 settembre 2020 è uscito “Grattacieli di Basilico”, il disco d’esordio della band i Settembre. E’ sempre più difficile trovare musica valida e di qualità, ma “Grattacieli di Basilico” passa il test e ci conquista al primo ascolto.
Settembre – Grattacieli di Basilico
“Grattacieli di Basilico” non sembra affatto un primo disco. Melodia e voce si abbracciano creando un’armonia perfetta. I Settembre riprendono il sound della bossa nova e del jazz trasformandolo in qualcosa di più pop e adatto a tutti. Questo non vuole essere un commento dispregiativo, tutt’altro! I Settembre dal punto di vista tecnico sono estremamente bravi e professionali, così tanto da prendere il classico pop e trasformarlo in qualcosa di adatto sia alla classe elitaria che a quella più commerciale.
“Grattacieli di Basilico” è una dedica alla vita, a Londra, Roma e Teggiano. Un viaggio musicale alla scoperta di quegli spazi – reali o immaginari – che custodiscono la nostra intimità. Si parte dall’amore e si arriva all’amore, perché, qualsiasi cosa succeda, “basta uno sguardo per sentirsi bene”.
Questo disco trasuda dolcezza e delicatezza. Ascoltarlo è estremamente piacevole e rilassante. Ci si lascia cullare dalla voce di Angela Cicchetti come se ci trovasse su un’amaca all’ombra di un albero.
Tra i brani che ci hanno più colpito troviamo “Luna e Luca” e “Grattacieli di Basilico”, che suona un po’ come il manifesto della band.
I Settembre parlano del loro disco.
“Già nella prima traccia, Teggiano, sono presenti i nostril caratteri distintivi. Melodie ricche e complesse che ricordano i grandi della bossa nova e del jazz pur volendo rimanere squisitamente pop e un linguaggio diretto e poetico. Le atmosfere vengono definite da suoni lontani e riverberati, dall’ un uso massiccio di chitarre classiche, chitarre lapsteel hawaiane, synth e orchestrazioni.
Ci siamo aperti a nuove soluzioni sonore, come in Due Come Noi, dove i versi culminano in un lungo assolo di lapsteel che ricorda i Pink Floyd o, nel gran finale dell’album con Le Tue Camicie – una canzone scritta per il papà di Angela, scomparso in giovane età e anche lui musicista – dove ci siamo lasciati andare a un’estasi sonora che sfocia nella psichedelía”.
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