E’ uscito il nuovo singolo di Emmeffe dal titolo “Discovery”. Un brano ambient che unisce un sound elettronico con un pizzico di synth rock. Colpiti e incuriosite dalla sua musica abbiamo deciso di dedicargli un’intervista.
Emmeffe – Intervista
Ciao Marco, che piacere ritrovarti. Nel 2016 abbiamo recensito il disco della tua vecchia band, gli Infrared. Come mai hai scelto di suonare in solitaria?
Ciao! Il piacere è mio. Era un’idea allettante e qualcosa a cui miravo da tempo. Dopo un Ep e un album con gli Infrared avevo bisogno di intraprendere una strada completamente diversa ed è quello che ho fatto.
Quali sono i più grandi pro del passare da band a solista?
I pro sono che decidi tutto tu…
E quali sono i contro?
I contro sono che decidi tutto tu…
Sei passato dal grunge rock all’elettronica, come mai questo cambiamento?
Io spero che il rock possa risollevarsi e rinnovarsi. A me piace sperimentare, mi stanco presto delle cose se non vi è un cambiamento, un’evoluzione, del movimento. Personalmente sono arrivato ad un punto morto con il rock e difficilmente riesco ancora ad entusiasmarmi di fronte a produzioni recenti. Trovo che invece l’attuale scena elettronica, quella che ha a più fare con l’ambient music, descrivano meglio questi tempi ed è per questo che in questi ultimi anni, da musicista, me ne sto sempre più interessando.
E’ uscito da poco il tuo nuovo singolo, “Discovery”. Come è nato il brano?
“Discovery” è nata come reazione a ciò che sta accadendo. Io da qualche anno vivo nel Comune della Valseriana che è stato più colpito dalla prima fase della pandemia, ad un certo punto avevamo il maggior numero di decessi per abitanti di tutto il mondo e non so se questo record lo abbiamo ancora. Siamo rimasti chiusi per mesi per non parlare dello stato psicologico. Ricordo che allora di ciò che stava accadendo, a differenza di oggi, non se ne sapeva niente. Quando questa primavera siamo tornati ad uscire dalle nostre case ho iniziato a passeggiare per le vie di questo centro accorgendomi della bellezza dei suoi luoghi. Non lo avevo mai fatto prima. “Discovery” è la reazione a questi tempi. E’ la voglia di uscire, di viaggiare e di guardarsi intorno per scoprire quelle cose che magari non abbiamo mai osservato bene e/o che abbiamo sempre dato per scontate.
Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con un cocktail quale sceglieresti?
Una volta ti avrei detto “dammi la cosa più potente che hai”, oggi un analcolico alla frutta, grazie.
Grazie mille a Brainstorming per l’intervista e un caro saluto a tutti i lettori.