Il 27 novembre non è un giorno qualunque, perché nel 1942 in questa data nasceva una delle più grandi leggende del rock: Jimi Hendrix. Talentuoso, eccentrico, virtuoso, ha rivoluzionato l’utilizzo della chitarra elettrica. Una vita vissuta intensamente, totalmente consacrata al sacro fuoco del rock, fino alla prematura fine in un albergo di Londra a 27 anni.
Jimi Hendrix
James Marshall Hendrix, questo il suo nome per intero, era nato a Seattle (Washington) il 27 novembre del 1942, da una famiglia con discendenze africane, europee, nativo-americane e messicane. E’ stato suo padre ad avvicinarlo alla musica regalandogli la sua prima chitarra per destri, mentre lui era mancino. Hendrix allora per suonarla la rovescia, una caratteristica che lo contraddistinguerà per tutta la carriera.
La vita di Jimi è coronata dagli eccessi e dalla passione per la musica. Non molti sanno che Hendrix è stato anche arrestato. La polizia lo fece scegliere: il carcere o arruolarsi nell’esercito. Scelse la seconda opzione e diventò paracadutista per l’esercito americano. Nonostante il suo immenso talento per molto tempo saltò da una band all’altra, in un certo periodo iniziò a suonare anche per grandi nomi della musica.
Trasferitosi a New York, nel 1965 Hendrix forma la sua prima band, “Jimmy James and the Blue Flames”, con cui si esibisce al Greenwich Village, quartiere leggendario della controcultura americana. Jimi ottiene un contratto e una prima stabilità. A notare il suo talento è l’ex bassista degli Animals, importante gruppo britannico degli anni ’60, Chas Chandler. Il musicista, ora manager, lo porta con sé a Londra e gli fa incidere “Hey Joe”, traditional blues che Hendrix trasfigura in un selvaggio brano rock.
Da questo momento in poi la carriera di Jimi prende davvero il volo. A renderlo unico è il suo modo di essere e suonare. Hendrix rivoluziona il modo di suonare la chitarra nel rock e anche quello di stare sul palco. Le sue esibizioni sono sempre più trasgressive, con Hendrix che arriva a mimare rapporti sessuali con la chitarra. La suona anche con i denti, dietro la schiena, contro l’asta del microfono e contro l’amplificazione.
Ci sono due eventi che più di tutti sono rimasti nelle memoria del pubblico: uno è il Monterey Pop Festival del 1967 e l’altra l’esibizione del 1969 a Woodstock. A Monterey per la prima volta Jimi Hendrix conclude la sua esibizione dando fuoco alla chitarra. A Woodstock, Hendrix trionfa con una versione dissacrante e sfregiata dell’inno americano (“Star Spangled Banner”). Una sorta di protesta contro la guerra in Vietnam, tant’è che simula con i suoi effetti sonori i bombardamenti e i mitragliamenti sui villaggi vietnamiti.
Una vita leggendaria che si è spenta prematuramente a 27 anni. La morte di Hendrix, seguita 16 giorni dopo da quella di Janis Joplin e nove mesi dopo da quella dal leader dei Doors, Jim Morrison, porrà fine a un’era, quella dei “figli dei fiori”, dei movimenti di contestazione e dei raduni rock oceanici.
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