Nel 2020 è uscito “Periferico”, il nuovo album dei Death Cell. Un basso che pulsa e una chitarra che fiammeggia, come nei momenti più roventi del rock. Influenze new wave e punk, vissute però direttamente sulla propria pelle.
Death Cell – Periferico
“Periferico” è un album di un’altra generazione. Siamo nel settore musicale da 10 anni e di album come questo non ce ne capitavano da un bel po’ di tempo. I Death Cell per prima cosa suonano un genere, che noi amiamo tantissimo, ma che è fuori moda, stiamo parlando del rock. Una volta aperto il link di “Periferico” ci troviamo di fronte nove pezzi… quindi esistono ancora gli album? Ormai ci eravamo abituati a sentir parlare solo di EP. Un altro motivo per cui i Death Cell sono di un’altra epoca? Perché “Periferico” è un disco davvero completo: all’interno troviamo il pezzo che merita di essere un singolo (“Maschera”), la ballad dolce e avvolgente (“Il viaggio di Caronte“, “Riflessi”), il brano pieno di energia (“Il gioco delle parti“) e infine il singolo che apprezzeranno solo i veri fan (“Ninna nanna“).
Quindi “Periferico” è un album old style e questa cosa ci piace molto. Il sound di questo disco è un rock duro graffiato, rovente mescolato al new wave e ad un pizzico di punk. I brani sono molto armonici. L’ultimo brano è davvero particolare: il sound forte della band si mescola al cantautorato sullo stile di Giorgio Gaber. Questo tocco fa sì che “Ninna nanna” diventi uno dei nostri brani preferiti insieme a “Maschera”.
Leggi anche –> “Il cielo su Mulholland Drive”, il nuovo ipnotico brano di Caravaggio