Il 29 gennaio è uscito “Acustico”, il nuovo singolo di Veronica. Un brano in cui l’autrice tocca un tema importante: l’autismo. Questo disturbo ha coinvolto in modo diretto un membro della famiglia di Veronica. Lo scopo della cantautrice è stato quello di restituire all’ascoltatore il concreto punto di vista di chi soffre di autismo.
Veronica – Intervista
Ciao Veronica, siamo rimaste molto colpite dal tuo singolo, “Acustico”. Come è nato questo brano?
Ciao! Sono molto contenta abbiate apprezzato “Acustico”. Questo brano è dedicato a mio cugino Desio, un bambino autistico. Il testo è nato dopo aver parlato al telefono con Monica, la mamma di Desio, che non solo mi ha raccontato della particolare forma di autismo di suo figlio, ma anche della sua difficoltà nel rapportarsi al mondo quotidianamente. La storia di Desio mi ha colpita talmente tanto che ho deciso di trasformarla in musica. Lo scopo di “Acustico” è quello di tramutarsi in esperienza sensoriale che possa restituire il punto di vista di Desio e della sua percezione del mondo tramite lo spettro autistico. Suoni, rumori, immagini e musica sono gli elementi essenziali di una composizione che si pone l’obiettivo di trattare di una tematica di cui si conosce fin troppo poco.
L’argomento dell’autismo è molto delicato. Come sei riuscita a trovare le parole giuste per esprimere un argomento così complicato?
Come dicevo prima, Monica mi ha aiutata tanto nel processo di scrittura perché mi ha descritto nel dettaglio la quotidianità di Desio e la sua percezione del mondo esterno. Dopo essermi confrontata con lei ho trascorso diverso tempo a studiare la tematica ascoltando testimonianze vicine e facendo ricerche approfondite. Quando mi sono sentita pronta ho contattato Marco Canigiula e insieme abbiamo trasformato le parole di Monica in “Acustico”. È stato un processo lungo ma molto emozionante, tant’è vero che in studio mi sono commossa più volte perché sapevamo di avere tra le mani qualcosa di davvero speciale.
Questo non è il primo brano con una tematica sociale importante. Il singolo precedente parlava di parità di genere. Come è nato questo fuoco dentro di te? Cosa ti ha spinto a metterti in gioco dal punto di vista sociale?
Da piccola sono stata vittima di bullismo e sono state tante le volte in cui avrei voluto un supporto, una parola che potesse aiutarmi a difendermi da quegli attacchi. Crescendo, mi sono resa conto che aiutare mi fa stare bene e mi permette di entrare in contatto con persone che si trovano nella stessa situazione in cui mi sono trovata io per tanti anni. La musica è il mezzo di comunicazione più potente e ho deciso di sfruttarlo soprattutto per dare voce a chi per diversi motivi non può denunciare una condizione o, nel caso di “Acustico”, per sensibilizzare più persone riguardo una tematica di cui si parla poco.
Ora passiamo a qualche domanda più soft. Quali sono le tre canzoni che più hanno influenzato la tua vita?
È difficile scegliere, soprattutto quando hai una playlist intitolata “stream of consciousness” su Spotify, però ci provo. Innanzitutto “la solitudine” di Laura perché è stata la prima canzone che ho cantato da bambina al karaoke. Laura mi ha accompagnata per molti anni della mia vita perché è anche la cantante preferita di mia madre. Poi c’è sicuramente “speeding cars” di Imogen Heap che mi ha fatto scoprire il mondo dell’elettropop. Infine, vi dico “human nature” di Michael Jackson perché grazie a lui ho capito che volevo davvero diventare un’artista.
Hai avuto già diverse esperienze musicali importanti. Qual è stata la più significativa per te?
La scorsa estate ho aperto il concerto di Fulminacci al Meeting del mare ed è stata l’esperienza più bella della mia vita. È stato anche il primo live in cui ho avuto la possibilità di cantare il mio repertorio per intero.
Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con un cocktail quale sceglieresti?
Beh, direi proprio un Margarita.
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