Sanremo e il rock, si sa, sono un’accoppiata che non si incontra molto spesso. Il Festival della Canzone italiana è sempre stato un ambiente piuttosto abbottonato e classico, in netto contrasto con il tanto amato rock’n’roll scalmanato che ci piace. Una diffidenza reciproca da parte di entrambi gli ambienti uno verso l’altro. Messa da parte la diffidenza per un ambiente così mainstream però, il rock ha fatto dei passi verso la kermesse durante i 71 anni di Festival. Vi raccontiamo i momenti più rock della storia di Sanremo.
IN GARA
Adriano Celentano – 1961
Il primo personaggio rock’n’roll che è apparso sul palco dell’Ariston è stato forse Adriano Celentano, che durante l’esibizione di “24mila baci” sconvolse il pubblico del’epoca cantando voltato di spalle. Un gesto davvero rock per quegli anni.
Anna Oxa 1978 – 1999
Debutta a Sanremo con un look androgino e punk. Un azzardo per i tempi, ed infatti rimane ancora oggi nella memoria di tutti. Anna è sempre stata rock nell’atteggiamento, stupendo tutti con i suoi look azzardati e facendo sempre parlare di sè.
Decibel / Enrico Ruggeri – 1980
Grande protagonista del Festival anche negli ultimi anni, Enrico Ruggeri ed i suoi Decibel sono arrivati sul palco per la prima volta portando il brano “Contessa”.
Vasco Rossi – 1982
Forse il più ricordato tra le icone del rock italiano: indimenticabile il suo ultimo posto con “Vita Spericolata” che ha dato il via ad una carriera che lo ha portato nell’Olimpo dei grandi. Anche nel comportamento è rock: abbandona il palco prima della fine della canzone, in segno di protesta al playback.
Loredana Bertè 1986 – 2018
E’ considerata la donna rock per eccellenza della musica italiana. Non a caso ha regalato uno dei momenti più iconici e scandalosi presentandosi sul palco inscenando una finta gravidanza e anche vestita da sposa.
Pooh – 1990
La band più longeva della musica italiana, una delle prime considerate “rock” in Italia, dopo anni e anni di successi approda sul palco vincendo con “Uomini Soli”.
Subsonica – 2000
I torinesi Subsonica portano il loro pezzo che ancora oggi è il più famoso: “Tutti i miei sbagli”. Un rock elettronico e un modo innovativo di cantare che dal pubblico sanremese non è stato capito, classificandoli al penultimo posto. Dopo 20 anni sappiamo tutti com’è andata.
Bluvertigo 2001 – 2016
La presenza di Morgan e compagni sul palco di Sanremo non è mai passata inosservata, ancora oggi crea scalpore qualsiasi cosa faccia.
Le Vibrazioni 2005 – 2018
Francesco Sarcina e Le Vibrazioni arrivano sul palco per la prima volta nel 2005. La loro immagine stilosa e diversa ha caratterizzato più di un’edizione del Festival. Partiti in sordina, sono riusciti a farsi apprezzare anche dal pubblico sanremese tutt’oggi.
Negramaro – 2005
Una delle band più apprezzate del panorama italiano. Sul palco di Sanremo hanno portato “Mentre tutto scorre”, brano tra i più potenti che hanno. Vengono eliminati senza nemmeno arrivare in finale, come ci si poteva aspettare da un brano del genere. Oggi lo cantano negli stadi però.
Afterhours – 2009
Chi l’avrebbe mai detto che l’outsider e anticonformista Manuel Agnelli avrebbe ceduto al fascino del Festival? E invece sì, anche se pochi probabilmente se lo ricordano. In questi casi sono più i fan della band ad accusarli di essersi “venduti”.
Fabrizio Moro – 2010
Fabrizio Moro è un cantautore per lo più pop, è vero. Ma arriva al Festival prima nel 2007 come outsider con un’immagine che spiazza: jeans e felpa, mani in tasca, con un brano coraggiosissimo. Nel 2010 invece porta un pezzone carico di schitarrate, tenendo fede al suo background da scantinato punk: “Non è una canzone”.
Marlene Kuntz – 2012 / Marta sui Tubi – 2013 / Perturbazione – 2014 / The Zen Circus – 2019
Le partecipazioni di questo quartetto sono passate quasi del tutto inosservate come spesso capita per la scena più alternative, ma rivelano la loro grande potenza al pubblico di Rai Uno.
The Kolors – 2018
Non il solito rock, ma un’immagine e degli assoli che svelano il loro background fatto di David Bowie, Pink Floyd e Queen. Meno d’impatto grazie ad un Festival che nel corso degli anni si è aperto notevolmente.
Achille Lauro 2019 – 2020
Il personaggio più rock’n’roll degli ultimi anni senza ombra di dubbio. I suoi look e le sue performances, nonostante il periodo storico e l’apertura del Festival, fanno ancora saltare sulle sedie tutti i boomer.
Piero Pelù – 2020
Ultimo ma non ultimo colui che con i Litfiba ha fatto la storia del rock in Italia. I suoi pantaloni di pelle e la sua presenza scenica risvegliano l’Ariston quasi più della borsetta rubata in platea.
Maneskin – 2021
Nemmeno vent’anni a testa ma in un’edizione in cui regna l’indie, riportano schitarrate potenti sul palco di Sanremo. Una presenza scenica pazzesca e nonostante la giovane età fanno anche meglio di alcuni loro colleghi in passato.
OSPITI
Un piccolo grande appunto da fare: un tempo al Festival era obbligatorio esibirsi in playback. Questo è stato argomento protagonista di numerose ospitate perché gli artisti internazionali non vedevano di buon occhio la cosa. Sottolineavano il loro dissenso con gesti estremi durante le esibizioni.
Kiss / Van Halen – 1982
In collegamento satellitare da New York, l’esibizione dei Kiss è un momento che diventa indimenticabile. In quell’anno arriva in Italia anche Van Halen & band.
Queen – 1984
A proposito del playback, Freddie Mercury e soci non presero bene il fatto di essere obbligati a cantare in playback. Di tutta risposta eseguirono “Radio Gaga” prendendo palesemente in giro il pubblico e senza microfono.
Paul McCartney – 1988 / Bon Jovi 1988 – 1996
Arrivano a Sanremo facendo delle ospitate senza troppe polemiche o scenate.
Depeche Mode 1986 – 1990
Portano sul palco la loro “Enjoy The Silence” nel ’90.
Blur – 1996
Vengono annunciati da Pippo Baudo come “i nuovi Beatles”, dato il successo che stavano avendo negli UK. L’esibizione rimane alla storia perché si presentano sul palco con dei cartonati al posto dei musicisti.
Bruce Springsteen – 1996
L’esibizione è pazzesca come solo il Boss sa fare. Peccato che lui non ne volesse sapere di essere al Festival e sia stato obbligato. Almeno è riuscito ad evitarsi interviste inutili ed imbarazzanti tipicamente italiane.
David Bowie – 1997
L’unico ad esibirsi senza playback, probabilmente è stato accontentato perché David Bowie è David Bowie mica a caso.
U2 – 2000 / Oasis – 2000
Bono e The Edge si esibiscon con due pezzi in acustico superlativi.
Gli Oasis invece arrivano al Festival quando tra Liam e Noel non scorre decisamente buon sangue. Il playback d’ordinanza non aiuta a tenere l’umore alto dei fratelli.
Placebo – 2001
Hanno incarnato il vero spirito del rock distruggendo chitarre ed amplificatori, costringendo Raffaella Carrà alle scuse al pubblico in platea. Ma vogliamo mettere il dito medio in piena telecamera?
Avril Lavigne – 2011
La perenne ragazzina canadese si esibisce con il singolo “What The Hell”, non uno dei suoi brani migliori. Così piccola e dolce che Gianni Morandi come un qualsiasi nonno italiano le bacia la testa stringendola forte.
Patti Smith – 2012
Non propriamente come ospite, viene in duetto con i Marlene Kuntz che sono decisamente all’altezza di una presenza femminile così potente come Patti.
Brian May – 2012
Anche qui accompagna nella serata dei duetti Irene Fornaciari, figlia di Zucchero. I soldi di papà sono serviti a regalare però un bel momento al Festival, con il pubblico in visibilio quando si accenna a “We Will Rock You”.
Sting 1986 – 2018
Sting ritorna a Sanremo e si dimostra sempre in gigante che è. Uno dei pochi ospiti che fa trasparire un amore vero per l’Italia.