Il 12 marzo 1967 la Verve Records pubblica “The Velvet Underground & Nico“, il primo album della band di Lou Reed. Definito da alcuni come “uno dei 50 album che hanno cambiato la musica”, da altri addirittura “il più grande album di debutto di tutti i tempi“. Di una cosa siamo sicure: è un album che ha fatto la storia.
The Velvet Underground & Nico
«L’altro giorno stavo parlando con Lou Reed, e mi ha detto che il primo album dei Velvet Underground ha venduto solo 30.000 copie nei primi 5 anni… È stata un’incisione talmente importante per così tante persone. Sono convinto che ciascuno di quei 30.000 che l’hanno comprato ha fondato una band.» Wikipedia apre la pagina del disco con questa citazione di Brian Eno. Poche righe che sintetizzano l’importanza di questo album.
“The Velvet Underground & Nico” ha fatto la storia non solo per la musica, ma per tantissimi dettagli che lo rendono inimitabile… come la copertina opera di Andy Warhol. Una banana su sfondo bianco con la scritta “peel slowly and see“. Nelle prime stampe la banana era dotata di un adesivo che la rendeva davvero sbucciabile. Un’immagine che è impressa nella mente di tutti noi, probabilmente una delle copertine più riconoscibili della storia.
Warhol fu anche il produttore del disco, nonostante Lou Reed disse che il suo contributo in ambito musicale fu davvero minimo.
Nonostante oggi sia considerato uno dei migliori debutti rock della storia ai tempi risultò un grande fiasco. I suoi controversi contenuti e le tematiche scabrose dei brani fecero sì che l’album venisse quasi immediatamente bandito in molti negozi di dischi.
Molte stazioni radio si rifiutarono di mandare in onda le canzoni dell’album e anche certi giornali si rifiutarono di pubblicizzarlo o di recensirlo. L’insuccesso poté anche imputarsi alla Verve, che fallì nel promuovere e distribuire l’album in maniera competitiva.
“The Velvet Underground & Nico” è come un vino: più passa il tempo e più diventa buono. Infatti con il tempo critica e fan hanno dimostrato un grandissimo amore per quest’opera. La rivista Rolling Stone l’ha inserito al 13° nella sua classifica dei 500 migliori album della storia.
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