E’ uscito il 27 febbraio “Lock down on me”, il nuovo album dei Deadlock Crew. Nove brani di puro heavy metal vecchio stile sia per il sound che per la durata dei pezzi. Non siamo di fronte a dei ragazzi che suonano solo per due minuti. Lunghi assoli di chitarra e un sound crudo.
Deadlock Crew – Lock down on me
Le canzoni sono state pensate, scritte e realizzate in uno dei periodi più bui che il mondo della musica rock ricordi, i mesi dell’epidemia da Covid-19. E’ stato proprio il lockdown a regalare i spirazione ai Deadlock Crew. Un album che si sviluppa come un grido liberatorio e vuole, con il suo ritmo e i suoi potenti riffs, contrastare l’agonizzante silenzio nel quale è caduto il mondo della musica e non solo.
Le traccie che compongono l’album sono il risultato di una fusione di generi differenti, alternative metal, thrash metal e hard rock tra tutti. I testi parlano di esperienze personali, di conflitti interiori, di emozioni e di paure, un punto di vista su argomenti come i social network, gli effetti collaterali causati dall’abuso di internet, gli amori “malati”, i pensieri di un agonista ed il precario equilibrio sociale in cui viviamo.
Piccola premessa: l’heavy metal non è il nostro genere. Nonostante questo cliccando play sulla prima traccia ci ritroviamo in poco tempo a scuotere la testa a ritmo. “Lock down on me” è un disco, che nonostante il genere, può essere apprezzato da molti, anche dagli amanti del rock più soft.
Potremmo dire che questo disco si divide in due parti. Nella prima le canzoni sono piacevoli, ma tutte molto molto simili dal punto di vista di sound. Cambia qualcosa quando si arriva a “No more“. Si cambia ritmo rimanendo sempre sullo stesso genere. A “Lock down on me” manca un po’ di varietà, i brani risultato troppo simili e ascoltare tutte e nove le canzoni di seguito è un po’ pesante. Presi singolarmente i brani sono piacevoli e adatti agli amanti del rock.
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