Qualche giorno fa vi abbiamo presentato “Vabeh”, il nuovo singolo di Blumosso e oggi vi presentiamo l’artista. Volete conoscere meglio Blumosso? Allora continuate a leggere.
Blumosso intervista
Benvenuto su Brainstorming, Blumosso. Prima domanda per spaccare il ghiaccio: perché, ad un certo punto della tua vita, hai avuto voglia di dire “Vabeh” a qualcuno o a qualcosa.
Perché c’è un limite a tutto, anche e soprattutto alle pippe mentali (e questo si riferisce soprattutto al qualcosa piuttosto che a qualcuno). Generalmente sono una persona che pensa troppo – e forse anche male – arriva un momento in cui dici basta, e non è nemmeno una sconfitta eh, è proprio un’esigenza fisiologica; come lo scrivere canzoni.
Anche la tua scelta di pubblicare presto un “trittico” musicale (di cui “Vabeh” è già la seconda anticipazione dopo “Nordest” sembra in controtendenza con chi oggi sembra voler produrre solo “singoli”, dalla scadenza spesso fin troppo ravvicinata… Perché proprio un trittico, e magari non un album o un classico EP?
In realtà, questa cosa del trittico è una scelta a metà strada tra le mie tendenze e quelle del sistema musica al quale, seppur lontanamente e con distacco, ma bisogna guardare se si vuole puntare a degli obbiettivi che non siano solo quelli del “faccio musica per me, perché mi fa star bene”.
Quindi, in definitiva… questo mini EP risponde all’esigenza di pubblicare singoli sparsi (perché è così che sto pubblicando anche io), ma anche alla mia necessità di ordine e coerenza (racchiudendo alla fine il tutto in una “triade”)
Il disco; proprio in questi giorni sto terminando le riprese. Aspetto tempi migliori per pubblicarlo.
“Di questo e d’altri amori”, il titolo del trittico presto in uscita per Luppolo Dischi. Insomma, un lavoro che sembra avere il sentimento come nucleo centrale; come vive, Blumosso, il rapporto con l’amore? Scrittura come terapia o come slancio fantasioso verso amori impossibili? O forse entrambe le cose…
Bah, io l’amore (al di là di ciò che per me è e rappresenta) lo vivo davvero da far schifo. Non sono bravo ad amare, forse – credo – rubando un po’ di idee a Woody Allen: Le cose che non sono reali sono decisamente più piacevoli. Così io, preferisco sempre la rappresentazione della realtà alla realtà stessa; indi per cui, senza ombra di dubbio, scrittura come slancio fantasioso (tolte eccezioni).
La domanda sorge spontanea, leggendo la tua biografia. Sei anche scrittore: hai mai pensato di far interagire i tuoi talenti in un “audiolibro” sui generis?
Non ci ho mai pensato, a dire il vero. Magari in futuro. La curiosità non manca mai.
Ora passiamo a qualche domanda di rito suggerita dal nostro pubblico: quali sono le tre canzoni che più hanno influenzato la tua vita?
La terra dei Cachi – Elio e le storie Tese.
Africa dei Toto
Mambo di Lucio Dalla
Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con un drink, quale sarebbe e perché?
L’amaretto di Saronno. Dolce e buono, ma se ne abusi il giorno dopo stai uno schifo.
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