“Come si fa” è la nuova domanda che MURDACA rivolge a chiunque non ha smesso di cercarsi, tra milioni di riposte. Fuori dal 21.5.2021 per Revubs Dischi. Andiamo a conoscere un po’ meglio l’artista con questa intervista.
Murdaca intervista
Ciao Murdaca, benvenuto su Brainstorming Magazine! Partiamo dalla tua intimità più recondita: la prima cosa che hai pensato appena hai pubblicato “Come si fa”, il tuo terzo singolo per Revubs Dischi.
Ciao! La prima cosa che ho pensato è stata: “spero di non passare troppo per nostalgico, ho solo 22 anni”. Scherzi a parte, quando si pubblica un brano la sensazione è sempre quella di tuffarsi nel vuoto, quello che fino a pochi secondi fa era tuo e solo tuo, ora è di tutti.
“Come si fa” fotografa una condizione esistenziale di dubbio nei confronti delle risposte che attanagliano la mente di tutti. A volte, lo sconforto sembra prendere le viscere rendendo impossibile una reazione. Che cos’è che, in quei momenti, permette a Murdaca di “rimanere in piedi”?
Mi aiuta ripercorrere tutto ciò che è stato di me fino ad ora, guardandomi alle spalle, per poi prendere consapevolezza delle mie scelte del passato, affrontandole con coraggio. E’ facile farsi prendere dallo sconforto, ma il mondo corre troppo veloce per dedicarsi ai rimpianti.
Oggi, in realtà, sembra essersi affermata una pericolosa tendenza alla semplificazione; la complessità fa paura, e in qualche modo sembra spaventarci all’idea di problematizzare sulle risposte facili che il nostro tempo prova a propinarci, per salvarci da dubbi esistenziali. Vista così, “Come si fa” sembra legarsi bene anche con “Identikit” e “Sabbie mobili”, che – seppur da punti di vista diversi – approfondiscono il tema della ricerca di sé stessi di fronte ad una complessità, appunto, che richiede a gran voce il nostro impegno personale e auto-riflessivo. Sto sbagliando, o forse qualcosa di giusto l’ho detto?
E’ giustissimo, tendiamo sempre a fuggire dalle grandi domande, perché diciamocelo, fanno paura. Sicuramente la soluzione non è fare finta di niente , la modernità ci propone soluzioni semplici, facendoci pensare che la realizzazione massima è la ricchezza o il nuovo smartphone ma la realtà è che per stare bene serve essere in pace con se stessi e per esserlo bisogna porsi delle domande difficili. E’ dura affrontarsi per ciò che siamo veramente, è dura non sprofondare, come è dura non farsi schiacciare dal tempo che ci sfugge dalle mani.
Ci racconti anche come è stato prodotto il brano? Lavori con Revubs Dischi, ma dalle note tecniche allegate al brano noto che, per questo lavoro, hai preferito seguire un iter diverso dai precedenti.
Chiaramente a causa delle difficoltà negli spostamenti in zona rossa dei mesi precedenti, ho scelto di produrre e registrare il brano a Milano, potendo così seguire il processo in prima persona. Ho colto comunque questa situazione come opportunità, potendo lavorare con nuove persone e diversi metodi, collaborando allo stesso tempo con i ragazzi di Revubs.
Ora passiamo a qualche domanda di rito suggerita dal nostro pubblico: quali sono le tre canzoni che più hanno influenzato la tua vita?
Black Sabbath – “Black Sabbath”
Tame Impala – “Let it happen”
Motta – “Del tempo che passa la felicità”.
Ultima domanda di rito: se dovresti descriverti con un drink, quale sarebbe e perché?
Gin Tonic: “Tonico e psichedelico”.
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