A fine maggio è uscito “Fulmini di guerra”, il nuovo singolo di Apice. Abbiamo conosciuto questo eccentrico artista solo qualche mese fa e il suo stile ci piace. In particolare questo brano ci ricorda i cantautori del passato e ci fa battere il cuore.
Apice – Fulmini di guerra
“I biglietti del treno come ali di cartone che spuntano dalle tracolle di zaini colorati, saette che sfrecciano sui viali che dalla scuola portano alla stazione. Sudori adolescenziali che si mescolano al respiro salato della brezza, mentre la curiosità delle vergini prende per mano la timidezza di dita ancora troppo esili per accarezzare un cuore. Aironi che si levano dai campi riarsi fuori dal finestrino, mille sandali che scalpitano nel chiaroscuro innaturale di gallerie che inghiottono il sole.
Dietro una curva, improvvisamente, il mare”.
“Fulmini di guerra” è il racconto dell’adolescenza di Apice ma che dentro di sé contiene anche le speranze e i sogni del futuro. Quando dico che lo stile dell’artista ci piace mi riferisco proprio a questo. In una canzone apparentemente semplice riesce a racchiudere un significato profondo. Metafore delicate e piene di poesia, mentre ascoltiamo “Fulmini di guerra” sentiamo il cuore in fremito. Siamo di fronte a brano che potremmo definire dolce, armonico e capace di arrivare davvero a chiunque. Tutti noi possiamo rispecchiarci nelle metafore e nelle parole di Apice.
Come scritto all’inizio, l’artista ci ricorda i grandi musicisti del passato sia per il testo che per il sound. Il suo talento sta proprio nel riuscire a riprendere il passato continuando a mantenersi moderno.
Leggi anche –> Apice: “Sono un egocentrico narciso con complessi di superiorità…”