E’ uscito a fine maggio “Com a na crap”, l’album di debutto dell’artista Bibopolare. Otto pezzi cantati in dialetto lucano che raccontano sofferenze e gioie della vita dell’artista. A primo impatto non ci saremmo fermate ad ascoltarlo, ma sotto consiglio di uno nostro amico gli abbiamo dato una possibilità… è stata una buona scelta!
Com a na crap – Bibopolare
Bibopolare è un artista particolare. Cantare in dialetto non lo fa entrare di volata nella cerchia dei cantautori da sagra del sud, tutt’altro. Il suo è un sound ricercato che si muove tra jazz e sperimentazione. I suoi testi non sono facili da comprendere, per noi, senza la traduzione ma anche solo ascoltandoli sono in grado di arrivare al cuore.
L’artista ha un passato turbolento, ricco di delusioni e insoddisfazioni, ma sono proprio da questi momenti che nasce “Com a na crap”. Un disco con un sapore vintage. Mentre lo ascoltiamo ci immaginiamo in un bar degli anni ’20 mentre sorseggiamo un whisky al bancone. Nonostante questo richiamo al passato, Bibopolare rimane fresco e attuale. Si differenzia dalla massa, forse non andrà di moda, ma fa una musica per pochi.
“Com a na crap” si ascolta bene, in maniera fluida e rimane una colonna sonora perfetta. Tra gli otto pezzi tre in particolare hanno attirato la nostra attenzione: “Arret”, “Coyote” e “Nient“. Sono canzoni molto diverse tra loro ma che mantengono un fil rouge che le lega.